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Check up parchi con Costa; Caccia, polemica preaperture. Rabbia delle associazioni

edizione del 11 settembre 2018

Pubblicato:11-09-2018 13:36
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:32
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CHECK UP PARCHI CON COSTA

Ogni anno l’Italia destina ai parchi nazionali l’equivalente di un cappuccino per abitante e le aree marine protette restano ‘in serie B’. Tra le criticità maggiori la dotazione di personale: in oltre un parco su cinque mancano figure tecniche naturalistiche mentre veterinari e geologi mancano in oltre otto parchi su dieci. Intanto circa la metà degli enti parco aspetta la nomina del presidente o del direttore. Questa la foto che scatta il Wwf – “un selfie” lo definisce la Presidente Donatella Bianchi – ai 23 parchi nazionali e alle 26 aree marine protette italiane.


“Ci sono problematicità ma ci sono anche eccellenze”, commenta il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, “c’è da rivedere un percorso di sburocratizzazione, semplificazione, per fare i piani del parco: molti non li hanno ancora e non va bene, come per i regolamenti, c’è un discorso su come vengono gestite le risorse, e gli avanzi di gestione non sono necessariamente un segnale positivo. Poi c’è il discorso su quante persone lavorano nei parchi, perché son poche, quindi serve un percorso che consenta agli enti parchi di fare delle assunzioni”. Costa poi invita ad affrontare il tema della fiscalità di vantaggio per parchi e aree marine, perché “ci consentono in modo privilegiato di mantenerci nell’Accordo di Parigi perché catturano la CO2”, quindi “è giusto riconoscergli un elemento di soddisfazione” anche economica.

CACCIA, POLEMICA PREAPERTURE, RABBIA ASSOCIAZIONI

Tornano le preaperture della caccia e con i pallini ripartono le polemiche. “Erano diversi anni che non si assisteva, da parte delle Regioni, ad una così generalizzata violazione delle norme che tutelano la fauna e che regolano l’attività venatoria”, denuncia il Wwf. Le Regioni – almeno 16 su 20 – anticipano l’avvio della stagione di caccia ai primi giorni di settembre rispetto a quanto stabilito dalla legge (terza domenica del mese). I problemi: i piccoli sono ancora immaturi, le specie migratrici devono prepararsi ai lunghi voli verso i luoghi di svernamento, gli animali sono provati dalla scarsità di acqua e cibo a causa della siccità estiva, molti uccelli stanno ancora nidificando. Enpa invece si rivolge al Movimento 5 Stelle chiedendo di “non deludere tutti gli elettori che, votandolo, hanno dato fiducia a impegni rivolti non solo a difesa degli animali selvatici, ma anche al ripristino della legalità”. Per Federcaccia, l’associazione delle doppiette, invece, “di stragi non ne avvengono: le specie consentite sono un numero minimo, ben identificate e dal punto di vista delle popolazioni perfettamente in grado di sostenere un prelievo, limitato a pochi capi e per poche ore”.

SI APRE TEMA SMALTIMENTO MACERIE GENOVA

Nuovo ponte e nuove soluzioni per la viabilità di Genova dopo la tragedia del Morandi, ma si apre il tema di cosa fare delle macerie. Per Legambiente “è fondamentale individuare come e dove si smaltiranno le migliaia di tonnellate di materiali provenienti dalla demolizione del viadotto e di eventuali edifici”. Sono quattro, in particolare, le questioni indispensabili che il piano dovrà chiarire: la gestione dei materiali pericolosi, di quelli da recuperare in maniera selettiva, l’utilizzo delle macerie, l’area in cui separare i materiali, la loro movimentazione e la destinazione finale segnala Legambiente. I materiali pericolosi provenienti dalla demolizione andranno gestiti con grande attenzione, a partire dall’amianto, per garantire la massima sicurezza dei lavoratori e la prevenzione di inquinamento nelle aree coinvolte durante la fase di demolizione.

7 MLN ITALIANI A RISCHIO IDROGEOLOGICO

Con la fine dell’estate arriveranno le piogge e con esse i rischi di frane e alluvioni. L’Ispra ha aggiornato la mappa nazionale del dissesto idrogeologico: oltre 7 milioni di persone risiedono in territori vulnerabili, più di 1 milione vive in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata e più di 6 in zone a pericolosità idraulica nello scenario medio. Nove le regioni con il 100% di comuni a rischio idrogeologico: Valle D’Aosta, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Molise, Basilicata e Calabria; a queste si aggiungono l’Abruzzo, il Lazio, il Piemonte, la Campania, la Sicilia e la Provincia di Trento con percentuali tra il 90% e il 100%. Il 91% dei comuni italiani ed oltre 3 milioni di nuclei familiari vivono in territori classificati ad alta pericolosita’.

EVOLUZIONE? E’ POSSIBILE AUTOESTINZIONE

“Se non aggiorneremo il software delle nostre false convinzioni come l’inesauribilità delle risorse, l’espansione illimitata della specie o il vorace accaparramento di risorse, la specie umana potrebbe rischiare l’auto-estinzione”. Questa la provocatoria teoria di Paolo Rognini del dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Pisa, pubblicata sulla rivista scientifica ‘Biological Theory’. “Stiamo scoprendo che i nostri crani ospitano cervelli che danno ancora risposte ancestrali, non adattative all’era in cui viviamo- spiega il ricercatore- In pratica abbiamo alcuni comportamenti, residui di risposte arcaiche, che ci porteranno a distruggere il pianeta e, di conseguenza, noi stessi, realizzando così una versione del tutto inedita dell’evoluzione: l’autoestinzione di una specie”.

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