NEWS:

Franceschini saluta il Mibact: “Mi sono divertito come un matto”

"Ci sono state scelte giuste e scelte sbagliate, ma ora il ministero ha un ruolo centrale"

Pubblicato:11-05-2018 14:18
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:52

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – “Aveva davvero ragione Obama, che ho voluto incontrare quando è venuto a visitare il Colosseo. Volevo andare ad accoglierlo anche se erano passati appena dieci giorni dall’inizio del mio incarico e mi sono presentato come ministro della Cultura e del Turismo. Lui ha cominciato a urlare ai suoi collaboratori dicendo che non esiste al mondo lavoro più bello. Ed è vero. Mi sono appassionato e divertito come un matto. E se devo fare una classifica, dopo il ministro della Cultura, il lavoro più bello è stato fare l’assessore alla Cultura di Ferrara”. Dario Franceschini, ministro uscente dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, saluta i suoi collaboratori e racconta la sua esperienza di quattro anni al Mibact.

“ABBIAMO INIZIATO UNA STORIA DI RISCATTO”

“Avevo sofferto per tanti anni la trascuratezza e la marginalità a cui era stato relegato il ministero e volevo mettere a disposizione un po’ di esperienza politica e parlamentare”, dice. Poi la nomina e la famosa frase di quel primo giorno: “Mi sento chiamato a guidare il ministero economico più importante del Paese“. Oggi Franceschini spiega che “mi serviva per convincere i decisori politici, quelli che avevano condannato il ministero alla marginalità. Cercavo la possibilità di confronto e di iniziare la storia di riscatto che abbiamo costruito in questi anni“.

“FIERO DEI 4 MILIARDI DI CANTIERI IN PARTENZA”

Molti i dirigenti e i direttori dei musei resi autonomi dalla sua riforma in Sala Spadolini, ai quali Franceschini si rivolge: “Non siamo stati d’accordo su tutto, ma complessivamente abbiamo iniziato tanti processi di cambiamento, tra la struttura del ministero, i provvedimenti legislativi nuovi e altre cose che non hanno avuto visibilità, ma che incideranno profondamente. Ci sono state scelte giuste e scelte sbagliate, ma il bilancio generale è che si è ricostruita una centralità del settore resa possibile con un lavoro collettivo. Questi risultati si vedranno nel tempo, penso anche solo ai 4 miliardi di euro di cantieri che stanno iniziando e che permetteranno al prossimo ministro di fare tantissime inaugurazioni”, scherza Franceschini, che però torna serio e aggiunge: “Non è retorica, ma abbiamo costruito una missione di squadra che non sarebbe stato possibile senza tutte queste straordinarie professionalità, che sono da difendere. Vorrei abbracciarvi uno a uno”.


“LAVORATE PERCHE’ NON SI TORNI INDIETRO”

Poi, l’appello finale alla ‘sua’ squadra: “Chiedo a me e a tutti voi di impegnarci perché non si torni indietro. I governi si alternano, ma l’Italia resta l’Italia e cultura e turismo restano il settore principale su cui investire. Questa è la grande sfida. Non so chi arriverà dopo di me, ma vi chiedo di dare al mio successore la stessa collaborazione che avete dato a me. Viva il Mibact”. Tra selfie e ‘foto di famiglia‘, Franceschini riceve anche due targhe di ringraziamento dai dirigenti e dai Carabinieri tutela patrimonio culturale. E, immancabile, un mazzo di fiori.

Ti potrebbe interessare anche:

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it