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Ecco la proposta del Pd sulla prostituzione: nessuna legalizzazione e pene più severe

C'è anche un Fondo con programmi di formazione per le vittime della tratta

Pubblicato:11-05-2015 13:42
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:19

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A prostitute from Eastern Europe waits for customers along the Promenade des Anglais in NiceLa prostituzione oggi è “sfruttamento della donna, tratta e schiavitù”. Il Partito democratico non vuole “regolamentare il fenomeno ma contrastarlo con prevenzione, inasprimento delle pene per chi sfrutta e soprattutto vuole un lavoro interistituzionale per cercare di portare le donne fuori dalla strada” verso “una vita civile e dignitosa”. La sintesi è di Matteo Orfini, presidente dell’Assemblea del Pd, che questa mattina, insieme al capogruppo di Palazzo Madama, Luigi Zanda, ha presentato il ddl della senatrice Pina Maturani. “Ci sono diversi progetti firmati dal Pd ma questa è la proposta che mi sento di condividere di più”, sottolinea Orfini. “Non siamo più ai tempi di ‘bocca di rosa’, oggi la prostituzione è schiavitù. L’approccio politico più moderno è contrastarla, la legalizzazione la ritengo inaccettabile”. Sulla stessa linea Zanda: “Dobbiamo contrastare un fenomeno che è andato crescendo, un ddl come questo rappresenta un mattone della società che vogliamo in futuro”.

Il ddl, spiega la prima firmataria, la senatrice Pina Maturani, si ispira ai principi della risoluzione del Parlamento europeo contro lo sfruttamento della prostituzione: “Nel nostro paese il 95% della prostituzione è coattiva, non ci sono donne che desiderano prostituirsi volontariamente”. E’ così anche in Germania dove la legalizzazione ha portato “a una aberrazione di natura culturale e a una violazione del rispetto della persona e dei diritti di parità di genere”. Le prostitute tedesche, prosegue, “sono tutt’altro che libere”.

Il ddl Maturani prevede un Fondo con programmi di formazione per le vittime della tratta da 12 milioni di euro per il 2015; tavoli cittadini per la prevenzione “con funzioni consultive ed orientative delle politiche sociali” e un inasprimento delle pene per gli sfruttatori. Viene previsto che la prostituzione coattiva sia punita con la reclusione da 5 a 10 anni; il reclutamento e lo sfruttamento da 2 a 6 anni. A questi reati si estende anche la disciplina antimafia in tema di confisca.


“La proposta della zona rossa a Roma è già stata superata- ha poi aggiunto Orfini- Roma non avrà una zona rossa perchè la prostituzione non è un fenomeno che va regolamentato ma va contrastato. Roma si è data dei primi strumenti importanti, finanziando il fondo che aiuta a portare le prostitute fuori dalle strade”.

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