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Lago di Bracciano: bene comune o patrimonio privato?

Al centro della contesa la stop alle captazioni imposto ad Acea

Pubblicato:11-04-2018 14:34
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:45

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ROMA – 21 luglio, 28 luglio, 29 dicembre. Sono solo tre date del lungo braccio di ferro che si sta consumando sulla gestione delle acque del lago di Bracciano da quando lo scorso anno e’ esplosa una crisi idrica senza precedenti che ha portato il livello del bacino al suo minimo storico. Una sfida che va avanti a colpi di ordinanze, ricorsi e tavoli tecnici in cui a fronteggiarsi sono istituzioni del lago (comuni di Bracciano, Anguillara Sabazia e Trevignano, Parco naturale regionale del Lago di Bracciano e Martignano, Consorzio del Lago di Bracciano) e Regione Lazio, da un lato, Acea e Comune di Roma, dall’altro, e che probabilmente si chiudera’ il prossimo 18 aprile, quando il Tribunale Superiore delle Acque si pronuncera’ sul ricorso di Acea all’ultima ordinanza. 

Al centro della contesa la stop alle captazioni imposto ad Acea Ato 2 (che, con i suoi 4 milioni di persone per 112 comuni del Lazio serviti, tra cui Roma, e’ l’Ato piu’ grande d’Italia, ndr) dalla Pisana con tre ordinanze successive all’allarme lanciato dai sindaci dei comuni rivieraschi, preoccupati per il costante e repentino calo del livello del bacino iniziato a novembre 2016 con -93 cm rispetto allo zero idrometrico e giunto un anno dopo al record negativo di -198 cm. Nel mezzo due manifestazioni (25 marzo a Trevignano, 9 settembre ad Anguillara Sabazia), piu’ di quattro tavoli tecnici in Regione, un esposto alla Procura della Repubblica di Civitavecchia per chiarire le responsabilita’ sui danni subiti dal lago e diversi ricorsi di Acea. Il primo, seguito alla prima ordinanza del 21 luglio, quando Zingaretti impone alla societa’ di piazzale Ostiense lo stop alle captazioni entro il 28 luglio.

L’azienda annuncia la turnazione del servizio idrico per oltre un milione e mezzo di romani. È il caos. Roma rischia di restare senza acqua e la sindaca Virginia Raggi non puo’ permettersi passi falsi in una delle estati piu’ calde di sempre all’ombra del cupolone. Il 27 luglio il Tribunale Superiore delle Acque respinge il ricorso e il 28 luglio il governatore della Regione Lazio emette una seconda ordinanza in cui si tenta il compromesso: una riduzione dei prelievi dai 1.100 ai 400 litri al secondo e il rinvio dello stop alle captazioni al 1 settembre.
Raggi impugna anche la seconda ordinanza.
Questa volta il Tribunale delle Acque le da’ ragione e Acea, in base alla sentenza, puo’ continuare a captare 4 moduli (400 l/s) senza alcun termine temporale e senza vincoli rispetto alle oscillazioni naturali del lago. Mentre il bacino sabatino sta per sfiorare i -187 cm (161,17 s.l.m.), a inizio ottobre la Regione trasmette una nota di Acea in cui si conferma che la societa’ ha interrotto il prelievo dal lago di Bracciano il 13 settembre. Il 10 novembre una determinazione della Direzione Capitale Naturale, Parchi e Aree protette della Regione Lazio incarica il Parco di Bracciano e Martignano di verificare le captazioni e di monitorare lo stato di salute del lago e dei suoi habitat.
Dopo un nuovo tavolo istituzionale alla Pisana (22 novembre), il 29 dicembre arriva la terza e ultima determinazione della Direzione Risorse Idriche e Difesa del suolo in cui viene ribadito lo stop alle captazioni e l’utilizzo dei prelievi solo in casi di emergenza, debitamente autorizzati dalla Regione. Il ‘diktat’ non va giu’ ai vertici di Acea, che producono ancora una volta ricorso e, in una nota datata 30 marzo 2018, precisano che si tratta di un’azione a tutela dell’asset e della concessione, chiarendo l’ottica in cui si muove il colosso del settore idrico: i diritti sul lago di Bracciano sono questione finanziaria e patrimoniale, prima che ambientale. “La soluzione raggiunta con l’ordinanza del 29 dicembre e’ frutto degli ultimi tavoli tecnici in Regione, dove erano presenti anche Roma capitale e Acea. Una linea decisa insieme, sconfessata pero’ dal ricorso- spiega all’agenzia di stampa Dire la presidente del Consiglio Comunale di Anguillara Sabazia con deleghe ambientali Silvia Silvestri- Acea rivendica la concessione- aggiunge- ma questa riporta i diritti ad un ente pubblico, cosa che Acea non e’ piu’, essendo diventata societa’ per azioni. Inoltre, sulla concessione c’e’ scritto che il lago di Bracciano deve essere utilizzato in situazioni di emergenza, mentre da qualche tempo e’ diventata una risorsa del sistema idrico integrato che serve Roma ed altri 71 comuni”. Parla di “ricorso inadeguato”, Silvestri, un’azione legale gli enti locali stanno seguendo attraverso gli avvocati, con un “dispendio di risorse economiche del comune e di tutte le istituzioni del lago”.
Una vicenda portata all’attenzione anche della conferenza dei sindaci della Citta’ Metropolitana dei comuni Ato 2: “Nei verbali di queste riunioni e’ scritto che il lago non sarebbe piu’ stato utilizzato come fonte di approvvigionamento del sistema idrico integrato, non so perche’ e’ stato fatto un passo indietro- commenta Silvestri- Loro dicono di dover tutelare i cittadini romani e il turismo della Capitale nell’eventualita’ di una nuova carenza idrica, ma dall’altra parte i territori lacustri hanno avuto un danno economico del 70% su tutte le attivita’ commerciali”.
E nonostante la convivenza con Raggi in casa 5 Stelle, la presidente del Consiglio di Anguillara promette: “Qualora il Tribunale dara’ ragione ad Acea sul ricorso, le battaglie a difesa del territorio saranno pesanti non solo da parte delle amministrazioni, ma anche dei cittadini. Io sono entrata nel Movimento 5 Stelle portando avanti la tutela del territorio e del lago e continuero’ a farlo- racconta- Lo dobbiamo ai cittadini e a noi stessi, perche’ le prime due stelle del movimento sono acqua pubblica e ambiente e io- conclude Silvestri- non lo dimentico”.


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