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Aborto, ministero della Salute: “Il Consiglio d’Europa non ha considerato gli ultimi dati”

Starsburgo ha decretato che nel nostro Paese è complicato accedere all'ivg e che i medici non obiettori vengono discriminati

Pubblicato:11-04-2016 14:51
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:33

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ospedaleROMA – Dopo la bufera che si è abbattuta sull’Italia in merito all’interruzione volontaria di gravidanza (il Consiglio d’Europa ha decretato che nel nostro Paese è complicato accedere all’ivg e che i medici non obiettori vengono discriminati), il Ministero della Salute para i colpi tirando le orecchie a Strasburgo: non avrebbero considerato gli ultimi dati.

“Non sono stati presi inconsiderazione i dati presentati nell’ultima Relazione al Parlamento sull’applicazione delle Legge 194, in cui il carico di lavoro per ciascun ginecologo non obiettore è stato rilevato anche a livello sub regionale, cioè relativamente alle singole Asl”. Lo precisa il ministero della Salute in merito alle notizie seguite alla pubblicazione del pronunciamento del Comitato Europeo dei Diritti Sociali del Consiglio d’Europa.

“Non è stato tenuto conto altresì- prosegue la nota- della più recente attività del Ministero che ha finanziato un Corso di Formazione su: ‘Sistema di Sorveglianza dell’IVG e applicazione della L.194/78’, organizzato da ISS in collaborazione con Ministero e ISTAT, che si è tenuto il 24 febbraio scorso, presso l’ISS, destinato ai referenti delle regioni e delle province autonome o di altri enti di promozione e tutela della Salute coinvolti nel progetto ‘Sistema di sorveglianza sull’IVG’, allo scopo di migliorare ulteriormente migliorare le modalità di raccolta dati riguardo la 194, e l’utilizzo dell’informazione anche a livello locale per evidenziare punti di attenzione e strategie di miglioramento per la piena applicazione della L.194″. Inoltre, si sottolinea, “la relazione al parlamento sull’applicazione della legge 194 presentata lo scorso ottobre contiene dati definitivi relativamente all’anno 2013 e preliminari relativamente all’anno 2014. E’ basata sui dati forniti dalle regioni e dalle schede ISTAT, verificati ed elaborati da Istituto Superiore di Sanità e Ministero. Si tratta di una delle raccolte dati più aggiornate e puntuali al mondo. Il dato generale mostra, come è noto, un più che dimezzamento di IVG da quando è entrata in vigore la legge: 233.976 le IVG nel 1983, 102.760 nel 2013 (e 97.535 nel 2014, primo anno in cui le IVG sono scese sotto la soglia delle 100.000). A questo dato corrisponde un valore sostanzialmente costante dei ginecologi non obiettori: 1607 nel 1983, e 1490 nel 2013, con un conseguente dimezzamento del numero di IVG settimanali, a livello nazionale, a carico dei ginecologi non obiettori, che nel 1983 effettuavano 3.3 IVG a testa a settimana (su 44 settimane lavorative), e ne effettuano 1.6 nel 2013″.


Per la prima volta, dice il ministero, “dall’entrata in vigore della L194, il Ministro Lorenzin, il 18 luglio 2013, facendo seguito agli impegni assunti nel dibattito dell’11 giugno 2013 presso la Camera dei Deputati su alcune mozioni inerenti l’applicazione della L.194, ha attivato il ‘Tavolo di lavoro per la piena applicazione della L.194’, a cui sono stati invitati a partecipare tutti gli Assessori Regionali e l’ISS. Tale tavolo ha avviato un monitoraggio sulle attività di IVG e su obiezione di coscienza a livello di singola struttura di ricovero e nei consultori familiari, per individuare eventuali criticità nell’applicazione della legge. I risultati sono stati presentati nella relazione sull’applicazione della 194 presentata il 15 ottobre 2014. L attività del tavolo di lavoro sono proseguite , continuando a raccogliere dati e elaborare parametri specifici su IVG e obiezione di coscienza, individuati nel corso del monitoraggio, per la prima volta anche a livello sub-regionale, nelle singole ASL, per meglio mettere a fuoco eventuali criticità nell’offerta del servizio, non rilevate nella raccolta aggregata a livello regionale. I risultati sono stati presentati nella più recente relazione al parlamento, il 26 ottobre 2015. Si tratta di un grande lavoro di raccordo Ministero-Regioni, mai svolto in precedenza, e tutti i dati presentati nella relazione sono stati condivisi con le regioni”.

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