BOLOGNA – Di fronte ai controlli antidroga negli istituti superiori di Bologna non c’è solo la protesta del collettivo Cas, che stamattina ha chiuso con catene gli ingressi di alcune scuole: nel pomeriggio, infatti, sono entrati in azione anche gli Studenti medi autorganizzati (Sma), vicini al centro sociale Làbas, con un’incursione nella sede del Comune.
Armati di megafono e striscione (“Per una scuola libera da intimidazioni e repressione”), gli studenti si sono diretti nell’ufficio dell’assessore alla Legalità di Palazzo D’Accursio, Nadia Monti, che però in quel momento non era presente. Alla segreteria dell’assessorato, di conseguenza, gli studenti hanno lasciato un invito per Monti a partecipare ad un’assemblea in programma per il 17 marzo al liceo Laura Bassi. Quello delle droghe “è un problema sociale” e come tale “non è giusto affrontarlo semplicemente nascondendo la polvere sotto il tappeto e parlando di legalità“, afferma un portavoce del collettivo al megafono, mentre il collettivo esce dall’ufficio di Monti e ferma davanti all’ingresso del Comune per comunicare con i passanti. “Noi non giustifichiamo lo spaccio e il consumo negli istituti”, continua lo Sma, ma “riteniamo assurde le affermazioni di Monti, che sostiene che i controlli nelle scuole sono un metodo di prevenzione”.
Al contrario, “i progetti di prevenzione vengono portati avanti nelle scuole ogni giorno da insegnanti ed educatori, che spendono tempo ed energie- sottolinea lo studente- per sensibilizzare sulla questione e spiegare ai ragazzini quali sono i rischi”. In questo contesto, la presenza delle forze dell’ordine “non fa altro che sminuire e vanificare questi interventi”, sostiene lo Sma: “La polizia non è didattica, ma punisce e basta”. Anche il Cas promuove un’assemblea, sempre al Laura Bassi, ma per il giorno 16.
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