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Dalla Cina fino a 100mila dollari l’anno per i nostri prof under45

Stipendi da capogiro per periodi di lavoro limitati. Sono le proposte fatte a ricercatori e professori del nostro Paese da due istituti cinesi

Pubblicato:11-03-2016 14:59
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:22

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Studenti Aula UniversitàROMA – Stipendi da capogiro per periodi di lavoro limitati. Sono le proposte fatte a ricercatori e professori del nostro Paese dalla “Nanjing University of the Arts” e dallo “Jiangsu college of Information Technology”. I compensi proposti da quest’ultimo, ad esempio, oscillano tra i 50-70mila dollari annui di ricercatori e assistenti per arrivare fino a 100mila dollari nel caso degli “Academic leader” che dovranno essere rigorosamente “under45”.

Altri 100mila dollari, per entrambe le figure professionali, sarebbero versati come “aiuti per l’alloggio”, in una zona dove il costo di un affitto è ben più accessibile che nelle maggiori capitali europee.

I dati sono stati diffusi oggi, a Roma, nella cornice dell’Hotel Plaza di via del Corso, dove si svolge il “Talent Fair” promosso dalla provincia cinese di Jiangsu e destinato a reclutare professionalità italiane del settore culturale. L’iniziativa è volta soprattutto ad importare le nostre conoscenze per formare nuovi professionisti del terzo settore nel Paese asiatico. Ovvero, dichiarano gli organizzatori, ad “attingere alla ricchezza culturale nazionale ed europea e favorire la crescita dell’imprenditoria cinese”. Nell’albergo capitolino anche Guan Xiangqun, “chairman” della Nanjing University of the Arts, che “già collabora con l’Università di Bologna” e che ha dichiarato “ci rivolgiamo soprattutto a laureati magistrali, a talenti italiani, a studenti dottorati. Li invitiamo a venire in Cina per svolgere un lavoro come insegnanti. Da parte nostra, cercheremo di offrire le migliori condizioni per il loro soggiorno in Cina“. “Vorremmo – conclude Xiangqun – anche invitare i docenti delle più rinomate università italiane per uno scambio d’insegnamento di durata flessibile”.


di Giulia Beatrice Filpi

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