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Abruzzo, il tormento della base del M5S: “Basta Salvini, torniamo alle origini”

ROMA - "Salvini sta sfruttando subdolamente il momento per indebolire il M5S. Lasciamolo e torniamo alle origini del Movimento". Dopo

Pubblicato:11-02-2019 15:14
Ultimo aggiornamento:11-02-2019 15:14

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ROMA – “Salvini sta sfruttando subdolamente il momento per indebolire il M5S. Lasciamolo e torniamo alle origini del Movimento”. Dopo il voto delle regionali abruzzesi, la tentazione di fare da se’ riprende corpo nella base pentastellata. “Ha ancora senso sostenere un ‘cannibale’ come Salvini nel governo nazionale?”, si chiedono i militanti M5s sui social.

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Dubbi che circolano con insistenza anche all’interno del partito, dove i parlamentari chiedono un’assemblea per discutere del voto. Il deputato M5s Davide Galantino in un post su facebook fa autocritica. Invita “tutti a riflettere” per i 20 punti persi in Abruzzo rispetto alle ultime politiche e aggiunge che “ostentare risultati e alimentare troppe speranze non paga- scrive Galantino- bisogna essere sinceri e soprattutto saper chiedere scusa quando non puoi mantenere fede a tutte le promesse fatte in campagna elettorale”. Parole che vengono lette come la difesa della linea ispirata al realismo, la linea dei ‘governisti’ M5s.


“C’è poco da riflettere- risponde poco sotto Pietro Oliva- Salvini sta facendo di tutto per essere il primo partito in Italia e governare da solo. Quando sarà sicuro di ciò farà cadere il Governo annunciando la rottura con i M5S su uno dei tanti punti non in comune: è solo questione di tempo”.

Anche Stefania Altigondo non la prende bene. “Secondo me il vero errore é stato andare al governo con la Lega- dice- per quanto facesse schifo il PD sarebbe stato meglio, almeno era un partito morto che non ci avrebbe fatto i danni che ci ha fatto la Lega”.

“Dalla padella alla brace…”, ammonisce Boris Pasquale Zagaria Monaco, che ironizza sui due forni. Mentre Simone Dossola invoca un ritorno al passato, alle origini. “Deve tornare il M5S degli inizi, punto”.

Il deputato Giorgio Trizzino non ha dubbi: il Movimento paga il fio dell’intesa con la Lega. Punta il dito contro i temi ideologici di chiusura razziale “imposti da Salvini” che hanno compromesso “l’identità plurale, sociale e tollerante del Movimento”. Il ministro dell’Interno, secondo Trizzino, “esaspera ulteriormente il confronto ideologico su sicurezza e immigrazione per portare a casa l’autonomia delle regioni del Nord”. Al M5s resterà la scelta “se continuare a servire o rompere l’alleanza nel momento della massima debolezza”.

“Il risultato non è una sorpresa- replica Francesco Mazzarino- Salvini conosce bene l’italiota medio e ne sfrutta abilmente i più bassi istinti”.

Il contratto di governo è arrivato al capolinea, secondo Antonio Moschitta. “E’ stato un un suicidio per il M5s- sostiene- e ora il primo passo si chiama ‘cambio del responsabile politico’. Di Maio ha fallito. Piaccia o no è la realtà. L’unico a poter risollevare le sorti del Movimento, di cui non faccio più parte per svariati motivi è Roberto Fico. Non vedo altre strade”.

Nessuna sorpresa anche per Antonio Ubuntu. “C’era da aspettarselo. Purtroppo l’alleanza di governo seppur indispensabile ha resuscitato personaggi come Salvini e adesso ne paghiamo le conseguenze tutti”. Michele Ginevra non ha dubbi: “La scellerata alleanza di governo con la Lega oltre a prosciugare Forza Italia sta erodendo consensi sempre più consistenti al M5S”.

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