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In Campania anomalie nell’accoglienza ai migranti, Anac porta atti in Procura

L’indagine riguarda 67 contratti stipulati tra il 2011 e il 2012 tramite affidamenti diretti,

Pubblicato:11-01-2017 17:20
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:47

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MigrantiNAPOLI – L’Autorità nazionale Anticorruzione, guidata da Raffaele Cantone, ha inviato alla procura della Repubblica e alla Corte dei Conti gli atti relativi all’attività ispettiva avviata in Campania nei centri per l’accoglienza dei migranti.

L’indagine riguarda 67 contratti stipulati tra il 2011 e il 2012, tramite affidamenti diretti, dal soggetto attuatore della Regione, l’ex assessore alla Protezione Civile, Edoardo Cosenza, con strutture alberghiere per un importo complessivo di oltre 55 milioni di euro.

In una delibera dell’Anac, di cui è venuta in possesso l’agenzia DIRE, l’Anticorruzione prende atto di una “situazione di emergenza sociale e organizzativa” di “notevolissime dimensioni logistiche, gestionali e numeriche” dovuta all’arrivo sul territorio campano di immigrati provenienti dal Nord Africa ma riscontra “carenze, criticità e anomalie” segnalate a procura e Corte dei Conti che verificheranno l’esistenza di possibili profili di rilevanza penale e danno erariale.


Il soggetto attuatore, in corso d’istruttoria, ha spiegato che i fabbisogni per gestire l’emergenza “non erano programmabili né gestibili attraverso gli ordinari strumenti della contabilità pubblica e degli affidamenti secondo la normale contrattualistica”, affermando di aver operato non in proprio ma come “longa manus” dell’allora commissario straordinario di governo per l’emergenza migranti, Franco Gabrielli. L’Anac osserva però che non siano state effettuate verifiche antimafia né “controlli sui requisiti generali e morali delle strutture” che hanno accolto gli stranieri in Campania.

Durante le visite effettuate nei centri per i richiedenti asilo, si riscontra che soprattutto a Napoli città le strutture fornivano agli stranieri solo vitto e alloggio senza alcun supporto psicologico, accompagnamento all’assistenza sanitaria, insegnamento dell’italiano e distribuzione di vestiario. Chi doveva controllare, e cioè la sala operativa regionale unificata, coordinata da un funzionario della protezione civile della Regione Campania, ha effettuato visite periodiche e redatto ben 38 relazioni sulle condizioni delle strutture, relazioni “sintetiche – evidenzia l’Anac – e seguite secondo schemi standardizzati”, in cui si evidenzia l’assenza di interpreti, farmaci e tv in stanze sporche. Nessun controllo sul numero effettivo di persone presenti nelle strutture, eppure il numero dei migranti costituisce un requisito essenziale per la liquidazione del contributo giornaliero ai centri. Le richieste delle strutture sono state mediamente superiori ai 43,50 euro al giorno per ogni richiedente asilo accolto, benché la normativa preveda un importo massimo di 40 euro. La somma può arrivare fino a 46 euro al giorno a migrante, fatta salva la presentazione di una documentazione – non presentata dai centri – che giustificasse l’onere aggiuntivo. Poca chiarezza anche sull’erogazione dei pocket money, buoni sociali da 2,50 euro che ogni giorno ciascun migrante può spendere per l’acquisto di snack, sigarette, bevande o schede telefoniche.

Per l’emissione dei buoni, la Regione ha stipulato un contratto con la società di Napoli EP. Spa per un importo di 2,8 milioni di euro ma l’assegnazione è avvenuta in forma diretta, “dopo una trattativa informale con il soggetto attuatore” mentre Cosenza, per l’Anticorruzione, avrebbe dovuto “effettuare un minimo di attività per ricercare eventuali ulteriori fornitori”, rispettando il principio della libera concorrenza. L’azienda ha specificato di gestire il servizio in modo gratuito ma l’Anac ipotizza che il fornitore abbia “potenzialmente percepito” un ritorno economico. Si contesta poi l’assenza di nomi e firme dei beneficiari dei pocket money nel rendiconto finanziario, sebbene fosse “contrattualmente previsto”. Assenza di firma anche nei registri dell’associazione “Un’Ala di Riserva” di Pozzuoli (Napoli). I fogli presenze giornalieri presentano nomi e Paese di provenienza dei migranti ma non la rispettiva firma.

di Nadia Cozzolino, giornalista

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