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Congresso Snamid, rete con specialisti per le cronicità

Da domani a domenica confronto su aggiornamento dei medici di famiglia

Pubblicato:10-11-2016 13:41
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:17

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snamid_congresso2ROMA – “Faremo il punto della situazione e ci confronteremo su come trasferire nella pratica quotidiana le novità introdotte in ambito medico”. Per questo “gli argomenti al centro del Congresso saranno la gestione del paziente nel suo complesso, le cronicità e l’integrazione del lavoro del medico di famiglia con gli specialisti, con l’obiettivo di andare verso la costruzione di un team di cure, fondamentale per la presa in carico dei pazienti cronici, per dare una risposta sulle cure domiciliari, sulla prevenzione e sulla gestione dell’ordinario o in seguito a dimissioni da un episodio acuto ospedaliero”. Saranno tre giorni di confronto quelli del 29esimo congresso nazionale della Snamid, la Società di aggiornamento per il medico di Medicina generale: il via domani alle 15.30 a Roma all’hotel Nh Villa Carpegna (via Pio IV 6), con l’apertura di Roberto Stella, presidente Snamid, quindi i saluti dell’Omceo Roma con il vicepresidente Adriano Tocchi.

Ma quali sono le problematiche che si trovano di fronte oggi i medici di famiglia?

“A preoccupare è soprattutto l’impatto delle cronicità sul settore- spiega all’agenzia Dire il coordinatore della segreteria scientifica del Congresso, Alfredo Cuffari– In particolare parliamo di malattie come Bpco, diabete, ipertentensione, oppure ci troviamo a che fare con la fase post acuta delle malattie cardiovascolari. In questi casi bisogna fare attenzione a come controllare e gestire l’aderenza terapeutica, perché possiamo conoscere tutto sulle malattie croniche ma se non riusciamo a trasferire queste informazioni al paziente, compresa l’importanza di seguire le indicazioni, siamo destinati all’insuccesso. Noi facciamo il nostro, ma al centro del sistema c’è il paziente, che è titolare della propria salute”.


Il medico di famiglia, spiega ancora Cuffari, “è un medico di frontiera, vede tutto e si deve confrontare con i singoli specialisti”. La parte difficile prevede un lavoro “sul rinforzo quotidiano, tramite l’attuazione di una rete formata da altri specialisti che seguono il paziente: penso ad esempio agli psicologi che possono affiancarci per veicolare più efficacemente le informazioni e stimolare la risposta del soggetto”. Insomma, un ‘attacco’ a 360 gradi perché “ormai non si può più dire al paziente che morirà giovane, ma bisogna fargli capire che senza cure adeguate vivrà male e in una prospettiva di disabilità per molti anni”. Il quadro è spesso complicato dalla mancanza di punti di riferimento generali.

“Ci sono realtà regionali e provinciali dove le cose funzionano meglio, e altre dove invece si riscontrano nelle difficoltà- sottolinea Cuffari- La vera sfida è uno sforzo di tutto il sistema per dare ai cittadini lo stesso tipo di informazione e la consapevolezza di essere ben seguiti e di poter contare sull’appoggio dei medici”. Il Congresso Snamid, che si concluderà domenica, serve proprio a questo. Creare una struttura di confronto per analizzare il contesto nazionale e generare le migliori condizioni sul territorio. Del resto la Snamid “nasce nel 1984 ed è sempre stata articolata a livello provinciale in 52 sezioni- conclude Cuffari- Gli iscritti nazionali tra i medici di medicina generale sono circa 2mila e ciascuno di loro in media assiste circa mille pazienti. Il nostro lavoro finora ha permesso di formare circa un migliaio di ricercatori abilitati a fare sperimentazione clinica del farmaco, anche se ne sono purtroppo partite poche per la complessità del meccanismo”.

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