NEWS:

Migranti, Cantone punta il dito sugli appalti per i Cie: “Troppi interessi, manca la trasparenza”

"La maggiore garanzia", spiega Cantone, "puo' essere data dal fatto che gli appalti vengano dati direttamente dalle prefetture" invece che dagli Enti locali

Pubblicato:10-11-2015 10:25
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:33

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA   – “E’ inutile girarci intorno, si tratta di un grande affare, anche in senso positivo, perché porta risultati economici, che pero’ deve essere gestito con logiche di trasparenza che non sempre in questo momento si sono verificate negli appalti affidati” per la gestione dei Cie. Lo dice il presidente dell’Autorita’ nazionale anticorruzione, (Anac), Raffaele Cantone, durante l’audizione davanti alla Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema di accoglienza, identificazione e trattenimento dei migranti. Una delle proposte che il commissario anticorruzione fa alla commissione presieduta da Gennaro Migliore è che il “nuovo bando tipo” che verrà messo a punto dal ministero dell’Interno “deve essere accompagnato da linee guida su chi deve fare gli appalti individuando un soggetto appaltatore unico a livello nazionale. Le prefetture- sottolinea Cantone- potrebbero garantire una maggiore omogeneità” tra i territori e le Regioni “e una maggiore garanzia di trasparenza. La maggiore garanzia- sottolinea- puo’ essere data dal fatto che gli appalti vengano dati direttamente dalle prefetture” invece che dagli Enti locali.

raffaele cantone

CARA MINEO, CANTONE: MECCANISMO BANDO LIMITAVA CONCORRENZA – “Sulla vicenda Cara di Mineo c’era stato un primo parere nel 2012, sul precedente appalto, che era stato sostanzialmente favorevole alla strutturazione dell’appalto in quegli specifici termini. Con l’appalto attuale abbiamo riscontrato una serie di criticità nel modo in cui era stato costruito il bando che di fatto limitava significativamente il meccanismo della concorrenza, tanto che a partecipare, vincendo con un ribasso dell’1 per cento, fu una sola cooperativa. Questo di per se’ era un elemento che avrebbe dovuto indurre qualche elemento di sospetto. Noi segnalammo la situazione del Cara di Mineo al Consorzio Calatino che non ritenne pero’ di revocare l’appalto. Al momento in cui sono emersi i fatti penali sulla vicenda l’appalto era ancora in corso”, ha spiegato Cantone.


Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it