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“Al lupo, al lupo!”. Macchè, ora nei boschi fanno paura i cani

A lanciare l'allarme è Piero Francesco Milani, responsabile del Centro Fauna Selvatica Il Pettirosso di Modena

Pubblicato:10-09-2016 14:53
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:03

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BOLOGNA – Se a far paura nei boschi non sono i lupi, ma i cani. E non si tratta di animali randagi, ma di cani ben conosciuti nella zona (in questo caso Ospitaletto di Marano sul Panaro, nel modenese), che appartengono a padroni che non rispettano la legge. E’ la denuncia che arriva da Piero Francesco Milani, responsabile del Centro Fauna Selvatica Il Pettirosso di Modena. L’ultimo episodio? Un capriolo attaccato da due cani, un grosso rottweiler ed un meticcio, che si “si sono avventati sul capriolo” e poi sono stati allontanati, con paura, dalle persone che hanno assistito alla scena. L’animale è stato poi accompagnato al centro Pettirosso per le cure ma quanto accaduto, spiega il responsabile del centro che va in soccorso degli animali selvatici, non è una novità: sono già successi episodi analoghi, in diversi Comuni della provincia di Modena.

DENUNCE INASCOLTATE, “FORSE PERCHE’ SOLO I LUPI FANNO NOTIZIA”

capriolo2I testimoni di queste “predazioni” da parte di cani di proprietà, spiega Milani, hanno fatto denuncia, fornendo “tante indicazioni che potrebbero portare alla punibilità di un proprietario”, prosegue Milani. Ma sono rimasti inascoltati. E in futuro potrebbe succedere di peggio, visto che in giro per i boschi non ci sono solo i caprioli, ma anche i bambini in gita coi genitori. “Forse non ci ricordiamo che in Sicilia un bambino è stato dilaniato da alcuni cani nonostante le tante segnalazioni delle persone che indicavano la pericolosità della cosa”. L’auspicio di Milani è che questi episodi non vengano trascurati solo perchè a colpire “non sono i lupi che finirebbero sulle pagine dei giornali” o perchè “la sanzione prevista è di pochi euro“. In fin dei conti, ricorda il responsabile Centro Fauna Selvatica Il Pettirosso di Modena, “la fauna selvatica è proprietà dello Stato”, dettaglio che permetterebbe di inasprire le sanzioni.


“I TAGLI NON PERMETTONO UN BUON SISTEMA DI ACCALAPPIAMENTO IN MONTAGNA”

Anche dopo questo episodio, dice ancora Milani, “abbiamo chiamato le autorità preposte ma nessuno si è fatto vedere perché forse impegnati in altri interventi”. E purtroppo i tagli agli assessorati al Ambiente “non aiutano neppure a realizzare, soprattutto in montagna, un capillare ed efficace sistema di accalappiamento”. Eppure, conclude il responsabile del Centro Fauna Selvatica Il Pettirosso di Modena, le segnalazioni di cani che vagano per i boschi sono continue. L’ultima, arrivata proprio mentre Milani preparava il comunicato stampa, è quella di un Siberian husky che girovagava in un bosco, segnalata da un escursionista ai Carabinieri. e non sapeva a chi si sarebbe potuto rivolgere. Il problema “non sono i cani, che fanno quello che gli detta l’istinto, ma quei proprietari non curanti delle leggi vigenti”.

di Marcella Piretti, giornalista professionista

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