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Savona: “Uscire dall’euro? Potrebbero decidere altri”

Pronti ad affrontare non normalita' ma 'cigno nero', choc straordinario

Pubblicato:10-07-2018 15:38
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:21

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ROMA – “Mi dicono tu vuoi uscire dall’euro? Badate che potremmo trovarci in situazioni in cui sono altri a decidere. La mia posizione è di essere pronti a ogni evenienza”. Il ministro per gli Affari europei, Paolo Savona, lo dice rispondendo alle domande nel corso delle sue comunicazioni alle commissioni Politiche dell’Unione europea del Senato e della Camera, oggi a Palazzo Madama.
“Una delle mie case, Banca d’Italia, mi ha insegnato a essere pronti non ad affrontare la normalità ma il cigno nero- dice Savona- lo choc straordinario, che bisogna essere pronti ad affrontare”.

“BCE ABBIA PIENI COMPITI SU CAMBIO O SUBIREMO SCELTE ESTERNE”

Se alla Banca centrale europea “non vengono affidati compiti pieni sul cambio” ogni azione esterna all’eurozona “si riflette sull’euro senza che l’Ue abbia gli strumenti per condurre un’azione diretta di contrasto”. Il ministro per gli Affari europei, Paolo Savona, lo dice rendendo le sue comunicazioni alle commissioni Politiche dell’Unione europea del Senato e della Camera, oggi a Palazzo Madama.
Vi è “la necessità di decisioni che permettano una stretta connessione tra l’architettura istituzionale e le politiche di stabilità e di crescita se si vuole che il mercato comune e l’euro sopravvivano sul piano del consenso politico che tra alimento nella crescita del benessere economico me sociale dei Paesi membri”, spiega Savona, la necessità di “collegare istituzioni e politiche”.

E allora, ad esempio, “se alla Banca centrale europea non vengono affidati compiti pieni sul cambio ogni azione esterna all’eurozona che tocchi il dollaro Usa, ma anche sia pure in minor misura altre importanti valute, si riflette sull’euro senza che l’Ue abbia gli strumenti per condurre un’azione diretta di contrasto”, spiega il ministro.
Infatti, “poiché uno dei motori dello sviluppo europe sono le esportazioni- dettaglia Savona- l’assenza di in cui la crescita dell’economia nell’eurozona risulta influenzata o proprio determinata da scelte o da vicende che accadono fuori dall’Europa”.


“Il punto del cambio è cruciale, se non siamo in grado di reagire alla guerra commerciale, alla guerra dei dazi con una parallela guerra del cambio, restiamo incastrati, in particolare le Pmi price sensitive”, aggiunge l ministro per gli Affari europei, Paolo Savona, rispondendo alle domande seguite alle sue comunicazioni.

“OGGI MI RECHERO’ DA DRAGHI”

“Mi recherò appena terminato questo incontro” dal presidente della Banca centrale europea Mario Draghi”. Il ministro per gli Affari europei, Paolo Savona, lo dice rendendo le sue comunicazioni alle commissioni Politiche dell’Unione europea del Senato e della Camera, oggi a Palazzo Madama.

A margine dell’audizione, lasciando l’Aula della commissione Industria del Senato, però, il ministro per gli Affari europei, Paolo Savona, alla richiesta di una data più precisa dell’incontro con Mario Draghi risponde “non lo so, devo chiedere”. Nei prossimi giorni, insisto i cronisti? “Se mi riceve, sì”, risponde Savona.

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