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Ecomafie, business da 14.1 miliardi; Confeuro, puntare su sud e agricoltura

edizione del 10 luglio 2018

Pubblicato:10-07-2018 14:14
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:21
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ECOMAFIE, BUSINESS DA 14.1 MILIARDI

Un’Italia illegale, legata allo smaltimento illecito dei rifiuti e dei reati contro l’ambiente. E’ la foto scattata da Legambiente nel suo tradizionale report sulle ecomafie, il cui fatturato è salito a 14,1 miliardi con una media di 84 reati al giorno. La Campania è la regione in cui si registra il maggior numero di illeciti ambientali. Reati odiosi, stigmatizzati anche dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che li definisce “delitti compiuti contro le generazioni di domani”. Il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, si dice invece a favore del ‘Daspo ambientale’ per chi inquina. “Chi lo fa è meglio che lasci il territorio- dice- perché non lo ama”.

DA COBAT E CAR TRACCIABILITA’ PER AUTODEMOLIZIONI

Tracciabilità e trasparenza per il settore dell’autodemolizione, guardando alla mobilità del futuro. Sarà possibile grazie alla nuova piattaforma Cobat – il Consorzio nazionale raccolta e riciclo di vari scarti hi tech – e Car – Confederazione autodemolitori riuniti -. Grazie al nuovo sistema di gestione Cobat le case automobilistiche potranno monitorare in tempo reale il fine vita delle proprie auto e accedere online a informazioni sui componenti di ogni veicolo, seguendone il percorso fino al riciclo. Il servizio prevede per gli autodemolitori un marchio di garanzia e di qualità che li qualificherà come ‘green’, permettendo inoltre a istituzioni e forze dell’ordine un maggiore contrasto dell’illegalità. Il presidente di Cobat Giancarlo Morandi guarda al futuro.


ANBI-CENTINAIO, SÌ A CORSI D’ACQUA TURISTICI

Vie d’acqua da utilizzare come ulteriore opportunità per il sistema turistico italiano. E’ la proposta di Massimo Gargano, Direttore Generale dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue durante l’assemblea ANBI, che auspica un modello simile a quello di altri Paesi esteri anche per i nostri corsi d’acqua. “Con progetti seri- assicura il ministro dell’Agricoltura Gian Marco Centinaio- c’è la mia massima disponibilità a collaborare anche nella ricerca dei necessari finanziamenti ad iniziare dalle opportunità comunitarie”.

CONFEURO, PUNTARE SU SUD E AGRICOLTURA

Puntare sull’agricoltura al Sud, un possibile volano per lo sviluppo del Meridione. Ne è convinto Andrea Tiso, presidente nazionale Confeuro, la Confederazione degli Agricoltori europei e del mondo che auspica un’azione politica forte e grandi incentivi economici per la tutela di alcune produzioni agricole specifiche del Sud. Al nuovo ministro dell’Agricoltura Gian Marco Centinaio, invece, Tiso chiede di tenere alta la guardia sulla PAC. “Faccia i cambiamenti tanto auspicati dal settore agroalimentare- dice- il taglio dei fondi europei all’orizzonte da parte dell’UE e’ un fatto sicuramente da censurare”.

COSTA: DL TERRA FUOCHI INIZIO, POI L’INTERO PAESE

“Questo decreto apre uno spiraglio per usare il modello Campania anche dove ci sono altri problemi simili nel Paese”. Lo dice il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, durante la presentazione del decreto sulla Terra dei Fuochi a Casal di Principe, Caserta. Il provvedimento trasferisce la competenza sul tema dal ministero delle Politiche agricole a quello dell’Ambiente, intervenendo su altri temi come la tutela idrogeologica. “Sembra un semplice spostamento di competenze- spiega Costa- ma è fondamentale: senza questo primo decreto non potremmo scrivere il successivo, che noi chiamiamo ‘Terre dei fuochi’, al plurale”. “Questo è un primo atto per la Terra dei Fuochi: non abbiamo certo risolto l’emergenza ma mettiamo il ministro Costa in condizioni di lavorare”, aggiunge Luigi Di Maio, vice presidente del Consiglio e ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro.

BALENE GREENPEACE A PANTHEON, NO MARE DI PLASTICA

Attivisti di Greenpeace hanno montato in pieno centro a Roma, di fronte al Pantheon, una riproduzione a grandezza naturale di due balene che emergono da un mare invaso da rifiuti in plastica monouso, per denunciare come i nostri mari, e le specie che in essi vivono, siano in grave pericolo a causa dell’uso smodato di plastica usa e getta e dell’inquinamento che ne deriva. I grandi marchi “continuano a fare enormi profitti grazie alla crescente produzione di plastica monouso, pur essendo perfettamente a conoscenza del fatto che e’ impossibile riciclarla tutta”, accusa Giuseppe Ungherese, responsabile Campagna Inquinamento di Greenpeace Italia, “si assumano le proprie responsabilità di fronte a questo grave inquinamento, partendo dalla riduzione dei quantitativi di plastica usa e getta immessi sul mercato”.

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