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Olimpiadi 2026. Cosa dice il dossier su Cortina

La candidatura di Cortina e delle Dolomiti è "una proposta ispirata ai principi di massima sostenibilità economica, ambientale e sociale"

Pubblicato:10-07-2018 07:13
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:21

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BOLOGNA – La candidatura di Cortina e delle Dolomiti, patrimonio dell’umanità Unesco, a sede delle Olimpiadi invernali 2026, è “una proposta ispirata ai principi di massima sostenibilità economica, ambientale e sociale”. Lo evidenziano le slide a corredo del dossier di candidatura inviato lo scorso 3 luglio al Coni e presentato direttamente dal governatore Luca Zaia prima al sottosegretario allo sport, Giancarlo Giorgetti, e poi al presidente Coni Giovanni Malagò, il 4 luglio.

Di fatto la candidatura ripropone la sede di Cortina a 70 anni esatti dalle prime Olimpiadi invernali, che si sono tenute nel 1956 proprio nell’ampezzano

“Rafforziamo l’immagine delle Dolomiti patrimonio Unesco nel mondo e consolidiamo la posizione di Veneto e Trentino Alto Adige come uh europeo degli sport invernali”, sostiene Zaia, che nei mesi passati si è speso molto per la candidatura, non perdendo occasione per evidenziare la volontà di preservare l’ambiente evitando di costruire le classiche “cattedrali nel deserto”. Ogni intervento sarà oggetto di una Vas (Valutazione ambientale strategica ex ante) e “le politiche di contenimento del consumo di suolo saranno applicate rigorosamente”, puntando sulla riqualificazione dell’esistente. Ciò ha consentito di prevedere nel progetto presentato investimenti in infrastrutture per circa 380 milioni di euro, quindi un quinto di quanto speso per le Olimpiadi di Torino nel 2006.

Ad eccezione di uno stadio del ghiaccio a Bolzano, non saranno realizzate nuove strutture permanenti ma solo opere temporanee, che in alcuni casi potranno anche essere riutilizzate

Il villaggio olimpico di Socol, ad esempio, potrebbe essere spostato e diventare “un’ottima struttura di coordinamento strategico per la protezione civile”, suggerisce l’assessore all’Ambiente e alla Protezione civile Gianpaolo Bottacin. Gli eventi si terrebbero quindi perlopiù in infrastrutture riqualificate, divise in tre cluster, ovvero Cortina,  Val di Fiemme e Pinè, Bolzano e Merano. A Cortina, capitale indiscussa della manifestazione, sono previste le competizioni di ben sette discipline, un record per le Olimpiadi invernali dal 1998 a questa parte. Si tratta di snowboard, freestyle, curling, sci alpino, bob, slittino e skeleton. La città ampezzana offre inoltre vantaggio della possibiltà di spostarsi praticamente a piedi tra una location e l’altra, grazie alla vicinanza dei siti. In Val di Fiemme sono previste le gare di salto dal trampolino, sci nordico e fondo, mentre a Pinè quelle di velocità su pattini. A Bolzano andrebbero le partite di Hockey su ghiaccio e a Merano le gare di pattinaggio artistico e di velocità su short track. Ad Anterselva, infine, si dovrebbe disputare il biathlon.

Il villaggio olimpico principale è previsto a Cortina, con due villaggi secondari a Pinè e a Merano

Anche il media center sarà a Cortina, con una sala secondaria nella fiera di Bolzano e, se dovesse essere necessaria, una terza struttura nella fiera di Trento. Sempre a Cortina, infine, è prevista la medal plaza e si terrebbero le cerimonie. Per quanto riguarda le paraolimpiadi, invece, a Bolzano le partite di Hockey su ghiaccio, in Val di Fiemme le gare di fondo, a Cortina il curling, lo sci alpino e lo snowboard. Ma un evidente vantaggio sarà la garanzia dell’accessibililtà a tutte le strutture, che rimarrà poi patrimonio del territorio. Aspetto su cui il dossier punta molto.
Già in fase di candidatura è infatti prevista la costituzione di un comitato strategico che permetterà di organizzare la manifestazione in modo da massimizzare le ricadute economiche anche negli anni a venire. Cosa che, parlando di località di montagna votate al turismo sportivo, sarà sicuramente più facile rispetto alle città metropolitane contro cui Cortina si trova ora a competere davanti al Coni. Inoltre, il comitato organizzatore si impegnerà immediatamente nell’interlocuzione con le federazioni nazionali e internazionali per l’attrazione di ulteriori manifestazioni e per far crescere nuove generazioni di atleti, assicura il dossier. Il bilancio tra costi e benefici sembra quindi estremamente favorevole, tanto più che si prevede di rientrare del 97% costi operativi grazie alle spese dei privati, quindi agli investimenti del Cio, la vendita di circa 810 mila biglietti per un totale di 138 milioni di euro, gli sponsor (336 milioni), le licenze (36,8 milioni) e altre voci come lotteria e hospitality (45 milioni).
Il costo della candidatura è invece calcolato in 5,7 milioni di euro, di cui 1,3 milioni per personale e staff, 130 mila euro per le amministrazioni e gli uffici, 950 mila euro per il dossier di candidatura, 650 mila euro per le relazioni internazionali, 1,45 milioni per il marketing e la comunicazione, 600 mila euro per le relazioni istituzionali e altri 600 mila euro per le contingenze.

La ricettività e i trasporti di Cortina e dintorni

Per quanto riguarda la ricettività, le strutture attorno a cortina offrono 30 mila camere, altre 8.541 sono a Trento, 5.367 a Pinè, 19.072 in Val di Fiemme, 35.450 in Val di Fassa, 3.564 ad Anterselva, 3.684 a Bolzano e 6.209 a Merano. Ma i posti aumentano molto se si considerano anche le località leggermente più distanti che possono comunque risultare funzionali alla manifestazione. Infine, i trasporti. L’area dolomitica è servita da tre aeroporti internazionali, Venezia, Treviso e Verona. Il traporto ferroviario, già sviluppato, sarà agevolato dalla già prevista elettrificazione della linea tra Conegliano-Vittorio Veneto e di quella tra Montebelluna e Castelfranco. Inoltre Rfi sta considerando di elettrificare anche il collegamento tra Ponte nelle Alpi e Calalzo. Le infrastrutture stradali, dal canto loro, saranno sviluppate grazie agli interventi già in corso per il Mondiale si sci che si terrà a Cortina nel 2021.

La candidatura ha scatenato l’entusiasmo delle associazioni di categoria

Inutile dire che la candidatura ha scatenato l’entusiasmo delle associazioni di categoria, da Confindustria a Confcommercio, passando per Federalberghi, il cui presidente Marco Michielli ha ha persino inviato una lettera a Malagò. Luca Zaia ha ovviamente chiesto a tutti i veneti di sostenere la candidatura, sottolineando più volte che si tratta “dell’unica candidatura di montagna, mentre Milano e Torino sono due bellissime città metropolitane ma non hanno la neve”, e lanciando la campagna social “io sto con Cortina”, con tanto di banner. E i consensi non sono mancati un po’ da tutte le parti politiche, sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, che proprio su Twitter ha affermato che “Cortina è l’unica candidatura che può far vincere l’Italia sulle altre località concorrenti internazionali”, ma con l’esclusione del Movimento 5 stelle, in evidente difficoltà per l’impossibilità di esprimersi a sfavore della candidatura di Torino. Oggi alle 14 il Coni si dovrebbe riunire per valutare secondo una griglia di parametri le tre
diverse candidature italiane.

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