NEWS:

La teoria dei gender? Non c’entra con la riforma della Buona Scuola. Parola del ministro Giannini

Al centro del ddl la "discriminazione di ogni sorta, quindi sensibilità e sensibilizzazione degli studenti su questo tema, inclusa la violenza di genere"

Pubblicato:10-07-2015 17:03
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:26

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – “Che si sia fatta a Roma una grande manifestazione in cui ci si è concentrati sul tema dei diritti civili, credo, perché non ho partecipato ma solo letto dalla stampa, tema che anche l’Italia mi auguro affronterà quanto prima, e che su quella manifestazione si sia inserito un dibattito sulla teoria gender che è un’altra questione, è un modello tra l’altro a varie declinazioni possibili che ripensa il fatto che uomo e donna in natura siano effettivamente per natura diversi e che invece si possa immaginare che l’attribuzione di un genere se la dia uno e non la vita per scelta, questa è una roba che non c’entra niente con questa riforma, con la scuola italiana e con il dibattito che ha molto animato questi mesi”. Lo dice il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini ai microfoni di RTL 102.5.

Giannini poi spiega che invece la riforma affronta temi come, ad esempio, la “discriminazione di ogni sorta, quindi sensibilità e sensibilizzazione degli studenti su questo tema, inclusa la violenza di genere che non c’entra niente con la teoria gender. Significa sensibilizzare i nostri ragazzi, finché sono studenti e hanno la possibilità di essere anche più coinvolti in un tema come questo, e spiegare che uccidere, violentare, avere atteggiamenti aggressivi nei confronti di una donna non è una cosa positiva, non è un segnale di avanzamento culturale di una società, e io ricordo che nel nostro paese ci sono stati 174 femminicidi lo scorso anno. Significa anche sensibilizzarli al tema dell’omofobia, anche tra studenti sono avvenuti episodi drammatici, episodi di cyber bullismo concentrati in questo senso. Significa inserire una cultura di parità di genere, questa mi pare un’espressione ormai diffusa nella sua accezione più semplice, questi sono i punti che si trovano al comma 16”.


Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it