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Mercatone Uno. Rientri, Cig, tasse… Ora inizia la partita degli accordi

I sindacati attendono a brevissimo la convocazione a Roma per discutere al ministero con il curatore fallimentare e con i commissari

Pubblicato:10-06-2019 11:42
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:23

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BOLOGNA – Arrivati gli attesi pronunciamenti dei giudici e dei commissari (si torna all’amministrazione straordinaria), ora inizia una nuova corsa contro il tempo per i lavoratori di Mercatone uno: vanno fatti gli accordi per la retrocessione del personale da Shernon alla vecchia azienda e poi con il ministero dello Sviluppo economico per l’attivazione della cassa integrazione.

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“E prima è meglio è”, sottolinea Sara Ciurlia, della Fisascat-Cisl metropolitana di Bologna. Peraltro, aggiunge Stefano Biosa, della Filcams-Cgil del capoluogo emiliano, “non sono questioni scontate, gli accordi su questi punti non sono scontati” per il numero di variabili e di elementi da tenere assieme.


I sindacati attendono a brevissimo la convocazione a Roma per discutere al ministero con il curatore fallimentare e con i commissari l’accordo di retrocessione che deve essere “per tutti”, sottolineano Ciurlia e Biosa. Cioè tutti i dipendenti di Mercatone transitati in Shernon devono tornare alla ‘casella di partenza’, compresi quelli finiti, con il cambio di proprietà, in società satellite con meno di 50 addetti; se anche loro non rientrassero alla casa madre, andrebbero fatti accordi caso per caso per una cassa integrazione in deroga, allungando così la trafila di tavoli e discussioni. La ‘cassa’ deve essere “uguale per tutti”, insomma.

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Inoltre, i sindacati chiedono che i dipendenti rientrino in Mercatone ri-acquistando il loro orario originario che, in molti casi, era più esteso rispetto a quello adottato con Shernon (c’erano state infatti delle riduzioni di ore). Così come devono passare sotto Mercatone anche i dipendenti assunti direttamente da Shernon e i contratti a tempo determinato. Di tutto questo, i sindacati si aspettano di iniziare a discutere già dai prossimi giorni, ma in agenda ci sono anche altri passaggi.

Giovedì prossimo, il 13 giugno, a Bologna si terrà un’assemblea dei lavoratori convocata a tambur battente dopo le manifestazioni di piazza di venerdì scorso per mappare le situazioni di difficoltà dei singoli lavoratori e segnalarle ai rispettivi Comuni perchè possano procedere con la sospensione di tasse e tributi locali in attesa che l’ammortizzatore sociale dia un po’ di ossigeno alle loro risorse economiche. Infine, in settimana dovrebbe tenersi, forse venerdì, l’incontro tra i sindacati e le varie forze politiche a livello locale per tenere alto anche il pressing istituzionale per accelerare tutte le risposte.

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Intanto a Imola, dove ha sede il quartier generale di Mercatone Filcams Imola, Fisascat metropolitana, Uiltucs Emilia-Romagna, insieme alle strutture confederali territoriali di Cgil-Cisl-Uil, hanno incontrato l’amministrazione comunale per specificare “la gravissima situazione in cui versano i dipendenti” senza lo stipendio di maggio e parte di aprile. Per questo è stata chiesta la sospensione temporanea delle rette delle mense e del trasporto scolastico, l’intervento delle banche locali per congelare i mutui, lo stop ai pagamenti delle utenze, l’intervento del Comune di Imola con l’Inps per accelerare la liquidazione dei Tfr.

Dalla prima cittadina, Manuela Sangiorgi, i sindacati imolesi si aspettano anche che prema sui suoi colleghi perchè raccolgano le richieste per alleviare il disagio dei dipendenti. A Imola sindacati e Comune si rivedranno dopodomani per “un ulteriore incontro di risposta alle richieste sottoposte all’amministrazione”, spiegano Liviana Giannotti (Filcams), Silvia Balestri (Fisascat) e Paola Saja (Uiltucs).

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