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Asmeret, rifugiata in Etiopia: “Non torno in Eritrea, la pace non basta”

Nonostante l'accordo di pace tra Etiopia ed Eritrea, Asmeret teme di essere rimpatriata perchè chi è fuggito è considerato un traditore. Vorrebbe studiare ma per paura resta in un campo profughi

Pubblicato:10-06-2019 06:52
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:23

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ROMA – “La vita nel campo profughi è un inferno, non ne posso più. Voglio andare ad Addis Abeba, vorrei riprendere a studiare. Ma ho troppa paura di essere rimpatriata in Eritrea”. Inizia così il racconto al telefono di Asmeret, rifugiata di 22 anni scappata dall’Eritrea a gennaio, e ora residente in un campo profughi nella regione del Tigray, nel nord dell’Etiopia. “La mia famiglia è rimasta ad Asmara” prosegue la giovane. “Sono partita da sola perché se qualcuno lo avesse scoperto avrei potuto essere incarcerata”. Nel suo Paese la famiglia di Asmeret subirebbe persecuzioni da parte delle forze di sicurezza, dal momento che “alcuni parenti hanno svolto attività politica, e per questo sono in carcere. Altri invece sono morti”. “Sono orgogliosa del mio Paese, amo l’Eritrea – dice Asmeret – ma il sistema è ingiusto”.

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Organizzazioni per i diritti umani denunciano che nel Paese del presidente Isaias Afewerki – leader al potere dall’indipendenza del 1993 – le violazioni delle libertà fondamentali sono all’ordine del giorno. Migliaia le persone che negli anni hanno scelto l’esilio, anche per sfuggire al servizio militare, divenuto obbligatorio dopo la guerra con l’Etiopia del 2000. Oltre 459mila eritrei sono emigrati secondo stime dell’Agenzia Onu per i rifugiati (Unhcr) aggiornate al 2016. L’Eritrea è uno dei principali contributori dei flussi migratori diretti verso l’Europa, ma molti guardano anche ai Paesi vicini, tra cui l’Etiopia, che ne accoglie circa 175mila, 10mila solo nel campo di Asmeret. Ma l’accordo di pace dell’estate scorsa tra Addis Abeba e Asmara, che ha posto fine a 20 anni di tensioni, per un rifugiato come Asmeret non sarebbe una buona notizia: “Cosa succederà se il presidente Afewerki deciderà di farci tornare? Ho paura di tornare lì, non so come ci tratterà. Ma ho paura anche di restare in Etiopia”.


Sebbene la stampa africana si sia rallegrata della normalizzazione del confine tra i due Paesi, che ha permesso a tante famiglie di riunirsi attraverso viaggi legali, diverse testimonianze confermano che gli esuli non sono pronti a tornare a casa. “Il governo considera traditori coloro che sono andati via illegalmente”, aveva raccontato un anno fa alla stampa africana Samuel Berhe, da 13 anni ad Addis Abeba. Per il momento quindi, Asmeret può solo continuare a restare nel campo, e sognare: “Ho dei programmi: vorrei diventare un pilota d’aereo, ma credo che alla fine sceglierei di laurearmi in Scienze politiche, per diventare utile al mio Paese”.

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