ROMA – “In Libia molti rifugiati e migranti sono soggetti a terribili violenze. Ora sono ancora più esposti a seri rischi e non deve essere tralasciato alcuno sforzo volto a trarre in salvo tutti i civili e a garantire loro un luogo più sicuro”, ha dichiarato Matthew Brook, vice capo Missione dell’Unhcr (l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati) in Libia. Ed è per questo motivi che ieri, alla luce dell’attuale situazione d’instabilità a Tripoli, l’Unhcr ha ricollocato oltre 150 rifugiati dal Centro di detenzione di Ain Zara, nei quartieri sud della capitale libica, in un proprio centro di raccolta e partenza situato in un’area sicura nelle vicinanze. Proprio l’area circostante il centro di detenzione di Ain Zara, infatti, è stata teatro di intensi scontri.
Alcuni rifugiati hanno riferito all’Unhcr di avere paura e di temere per la propria incolumità a causa dei combattimenti in corso nella zona, nonché di avere ormai a disposizione quantità minime di scorte. L’Unhcr fa sapere di stare lavorando a stretto contatto con le autorità e coi propri partner per garantire che un numero ulteriore di persone vulnerabili sia ricollocato dai Centri di detenzione.
Da quando sono scoppiati gli scontri nella capitale libica, oltre 3.400 cittadini sono stati costretti alla fuga e molti altri sono rimasti vittime del fuoco incrociato, impossibilitati a mettersi in salvo. L’Unhcr si unisce al resto degli attori umanitari per sollecitare “il rispetto degli obblighi legali internazionali volti ad assicurare l’incolumità di tutti i civili e l’integrità delle infrastrutture, oltre che a garantire un accesso incondizionato, sicuro, duraturo e senza impedimenti degli aiuti umanitari alle aree colpite”.
Nell’ambito della risposta d’emergenza alle violenze in atto, l’Unhcr ha inoltre predisposto la presenza di aiuti a Tripoli e Misurata, rafforzando la capacità dei propri servizi di assistenza telefonica e assicurando la continuità dei programmi di protezione per rifugiati e sfollati interni negli insediamenti urbani. “Le condizioni in Libia non sono sicure per i rifugiati e i migranti soccorsi o intercettati- ribadisce nuovamente l’Unhcr-, pertanto queste persone non possono essere riportate qui”.
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