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Nasce il comitato per referendum Macroregione autonoma Meridionale

Caldoro: "Federalismo vero e senza squilibri in difesa dei diritti"

Pubblicato:10-04-2018 13:54
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:44

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NAPOLI – Un referendum per l’autonomia del Sud, sulla falsariga di quello che si è svolto in Veneto e Lombardia. A chiederlo è il comitato lanciato oggi a Napoli da movimenti meridionalisti e leader politici di Forza Italia, dal senatore Gaetano Quagliariello, all’ex governatore della Campania, Stefano Caldoro.  L’ obiettivo è quello di raccogliere 500mila firme entro l’estate per far esprimere i cittadini sull’istituzione della Macroregione Meridionale (composta da Abruzzo, Molise, Puglia Basilicata, Calabria, Campania e Sicilia), di un’Agenzia per gli Investimenti del Mezzogiorno e l’istituzione di un’unica Zona Economica Speciale per tutto il Sud Italia. “Il risultato politico delle ultime elezioni – ha spiegato Alessandro Sansoni, presidente del neonato comitato referendario – esprime una rabbia del Mezzogiorno che vuole contare di più nel Paese e confrontarsi, quindi, con una classe dirigente attenta ai suoi interessi legittimi”.

Il riferimento costituzionale del referendum è lo stesso di quello proposto per l’autonomia di Veneto e Lombardia “l’articolo 116 ma – continua Sansoni – a quello bisogna aggiungere l’articolo 117 che parla di una cooperazione rafforzata tra le Regioni. E’ chiaro che il Sud ha una storia diversa e ha problematiche diverse quindi, per noi, l’autonomia ha senso solo in una logica macroregionale. La rabbia del Sud che si è scatenata con il voto ai 5 stelle il 4 marzo non, come crede qualcuno, è un tentativo di vedere una nuova politica assistenziale, nella logica del reddito di cittadinanza, ma rappresenta la voglia di farsi ascoltare dei cittadini meridionali, laddove nei partiti tradizionali non si trovano degli interlocutori credibili”. Il comitato si propone di accelerare la ripresa del Meridione anche attraverso la rinegoziazione dello status del Mezzogiorno nell’Unione Europea, nell’ambito della prossima programmazione 2012-2027.

“La scusa della disponibilità dei fondi europei per le Regioni del cosiddetto Obiettivo 1 – si legge nel manifesto del Comitato – si scontra con la realtà, condizionata non solo dalle inefficienze amministrative ma anche dalla mancanza di risorse ordinarie da affiancare obbligatoriamente a quelle europee”. Per i promotori del referendum, le classi dirigenti meridionali “non hanno reagito a questo stato di cose e le rivendicazioni del Nord continuano a dettare i tempi del dibattito pubblico”. Anche Silvio Berlusconi, nell’annunciare il sostegno di Forza Italia alla mobilitazione referendaria in Veneto e Lombardia, “non ha mancato di definire paradossale – continuano i meridionalisti – il fatto che una simile iniziativa venisse assunta da due Regioni del Nord, mentre un referendum per l’autonomia avrebbe avuto assai più senso per le Regioni del Sud”.


CALDORO: MACROREGIONE COME NEGLI STATI UE CHE FUNZIONANO

“Il Sud ha bisogno di una Macroregione che non significa togliere identita’, cultura e tradizioni al piccolo ma governare i grandi processi di cambiamento in un sistema ‘macro’, appunto, come fanno le grandi nazioni europee che funzionano”. Ne e’ convinto Stefano Caldoro, capo dell’opposizione nel Consiglio regionale ed ex governatore della Campania. Caldoro e’ uno degli esponenti di Forza Italia, insieme al senatore Gaetano Quagliariello, ad aver aderito con convinzione al Comitato referendario per l’istituzione di una Macroregione autonoma del Mezzogiorno che comprenda Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Campania e Sicilia.

Una battaglia meridionalista che l’ex presidente della giunta campana spiega di portare avanti “dal 2013, quando, da governatore, mi resi conto che da soli non ce la possiamo fare perche’ ci sono troppi enti, poltrone e strutture che non funzionano”. Per Caldoro, i cittadini del Sud hanno diritto a “un punto di riferimento forte, come puo’ essere una Macroregione, che renda i meridionali piu’ forti rispetto a tante ingiustizie. Al Nord – continua – si organizzano per tenere i soldi tutti per loro. E noi? Ci serve un federalismo vero e non squilibrato, che renda i cittadini uguali, sia che nascano a Napoli che a Milano che a Reggio Calabria”.

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