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Epatite C, Aifa: “Farmaci per tutti i pazienti”

Con i fondi stanziati dal ministro Lorenzin, sarà possibile curare 80mila pazienti l'anno, annuncia Mario Melazzini

Pubblicato:10-03-2017 12:14
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:00

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Mario Melazzini

ROMA – “Il piano di eradicazione riguarda tutti i pazienti. Lo ha voluto il ministro Lorenzin, che col governo ha messo in bilancio 500 milioni di euro l’anno per tre anni. Questo ci consente di trattare 80mila pazienti l’anno“. Così il direttore generale di Aifa, Mario Melazzini, intervenendo questa mattina alla trasmissione di Rai1 ‘UnoMattina’, in merito ai farmaci contro l’epatite C. “I costi inferiori per il farmaco- ha proseguito Melazzini- sono determinati dalla concorrenza. Ci sono più molecole, più industrie a produrle. Oggi negoziamo ponendo alle aziende alcune condizioni precise: prezzo etico, responsabilità sociale. Noi rispondiamo alla legge e la legge ci dice che dobbiamo fornire i farmaci essenziali a tutti. Le aziende, in casi come l’epatite C, che in Italia riguarda centinaia di migliaia di persone, devono rendersi conto che trattano insieme a noi la soluzione di un problema di salute pubblica”. I criteri di inclusione pubblicati sul sito Aifa e comunicati sono stati costruiti “insieme alle società scientifiche e confrontati con le associazioni dei pazienti- ha aggiunto il direttore generale-. Trattiamo tutti. Non ci sono più i criteri di rimborsabilità, oggi siamo chiamati a prendere in carico tutti coloro che hanno bisogno. Credo sia una risposta anche ai viaggi all’estero. Il cittadino adesso sa con certezza che, secondo le indicazioni dello specialista curante, riceverà il trattamento. Questo è molto importante. Sapere di essere preso in carico per il paziente è fondamentale”.

Secondo Melazzini, ora, la sfida futura è “non arrivare impreparati all’ingresso sul mercato dei potenziali nuovi farmaci, efficaci e fondamentali per curare i nostri pazienti. Dobbiamo trovare il metodo per fornirli a tutti coloro che ne hanno bisogno. E’ la sfida della sostenibilità. Che senso avrebbe avere a disposizione un farmaco se non possiamo fornirlo ai cittadini? Questa è la partita che siamo chiamati a giocare. E dobbiamo farlo tutti insieme: politica, scienza, industria. Siamo tutti chiamati in gara- ha infine concluso il dg di Aifa- dal senso di responsabilità”.


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