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Giorno del Ricordo. Lacorazza: “La memoria è azione del presente e del futuro”

POTENZA - Si è celebrato a Potenza il “Giorno del

Pubblicato:10-02-2016 13:28
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:56

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IMG_8523POTENZA – Si è celebrato a Potenza il “Giorno del ricordo”. Promossa dal  Consiglio regionale della Basilicata,  nell’ambito del progetto “Percorso di Cittadinanza”, la manifestazione ha visto la partecipazione degli alunni e dei docenti dell’istituto tecnico commerciale Francesco Saverio Nitti, “G. Falcone” e del Liceo scientifico Galileo Galilei della città di  Potenza e di rappresentanti istituzionali.

   Ad aprire i lavori i saluti del Vice Presidente del Consiglio regionale, Paolo Galante, che ha affermato “Sono ancora molto vicine queste tristi vicende, la deportazione di ebrei nei campi di concentramento e le numerose vittime delle foibe sono pagine di storia tra le più brutali del ventesimo secolo. Storie fatte di dolore, dalle quali dobbiamo apprendere, perché la violenza non è solo quella del passato ma si manifesta, purtroppo, ogni giorno anche nelle scuole e sui social, mortificando la dignità umana”. “Ricordare – ha concluso – significa rendere onore alle tante vittime”.

   E’ seguita la testimonianza, di Stefano Cesare Mele, un giovane universitario di Calvello, che ha parlato ai presenti in sala del suo vissuto da quando è arrivata la diagnosi di distrofia muscolare di Duchenne. “Ho smesso da tempo di camminare – ha detto – ma non mi sono mai arreso perché, come recita la canzone della mia serie tv preferita, Braccialetti Rossi: “Io non ho finito perché ho sete ancora”.  Dopo la proiezione del video realizzato con la sua famiglia,  “Dopo amare, il verbo aiutare è il più bello del mondo”, Stefano ha sottolineato che qualsiasi handicap non va sottratto agli occhi e alle coscienze dei cittadini e che sarebbe un grande passo per  tutta l’umanità quello di vedere nelle disabilità una delle eventualità della vita, e sentire che esse sono parte della nostra specie e, come tali, parte di noi”. Tante le domande degli studenti, alle quali Stefano ha risposto con serenità e positività.


   Subito dopo la relazione dello storico Claudio Vercelli dell’Istituto di studi storici Salvemini di Torino, che ha ricordato la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale. “Alla specificità storica di quegli eventi – ha affermato –  si riconnettono vicende e storie che dal passato ci conducono, passo dopo passo, verso il nostro presente. Comprendere che cosa abbia significato per molti italiani, abbandonare ciò che gli era più caro e prezioso è un modo per capire non solo quanto è accaduto in un’epoca oramai trascorsa ma anche perché alcuni aspetti di quel passato possono ripetersi oggi, a danno di altre comunità. Isolamento, paura, violenza, sopraffazione, fuga, diaspora, perdita dei diritti, apolidia come anche disperazione e morte, infatti, attraversano la nostra contemporaneità”. “Sono l’altra faccia, quella che il più delle volte non vogliamo vedere di un tempo moderno che si vorrebbe libero dall’oppressione e che tuttavia, troppo spesso, – ha concluso lo storico – riesce a produrre barbarie contro i tanti indifesi”.

   “Accendere i riflettori su pagine dolorose della storia italiana, pagine colpevolmente tenute avvolte dal buio più fosco – ha detto il Presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Piero Lacorazza, rivolgendosi agli studenti – è un dovere civile e morale cui nessuno di noi può e deve sottrarsi. Il racconto dei tragici eventi che segnarono la sorte di tantissimi nostri concittadini ha bisogno della giusta considerazione e di una doverosa attenzione: il ‘Giorno del ricordo’ è una pagina che va analizzata fino in fondo”.  “Oggi – ha continuato Lacorazza – lo abbiamo fatto insieme a voi giovani, ascoltando l’interessante relazione dello storico Claudio Vercelli e riflettendo sulla testimonianza di Stefano. Le parole di questo coraggioso giovane mi auguro possano contribuire ad aprici la mente sui pericoli che si insidiano dietro ogni forma di pregiudizio. Sono certo che il racconto del suo vissuto ci insegnerà a considerare altre prospettive, a tener presente sempre che la  consapevolezza dei pregiudizi e degli stereotipi è il mezzo più efficace a nostra disposizione per sconfiggerli”.

   “La memoria – ha ribadito Lacorazza – ‘è azione del presente e del futuro’, lo strumento che rende la conoscenza del passato opportunità per creare forme di partecipazione attiva ai problemi del presente contro ogni forma di pregiudizio, discriminazione e razzismo”.

 

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