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Le millennial conoscono la pillola ma sanno poco di contraccettivi ad azione prolungata

ROMA - In Italia e in altri otto Paesi europei le millennial (21-29 ann) sanno

Pubblicato:10-01-2018 11:38
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:20

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ROMA – In Italia e in altri otto Paesi europei le millennial (21-29 ann) sanno poco di contraccettivi ad azione prolungata (Lac) e il 70% di quelle che utilizza o non utilizza i Lac afferma di non averne compreso il funzionamento, mentre il 50% delle baby boomer (50-65 anni) ha dichiarato di conoscere bene come funziona la spirale al rame. Più elevate, invece, le conoscenze riguardo alla pillola: solo l’8% delle millennial dichiara di non sapere come agisce. A rivelarlo è una ricerca internazionale condotta da Bayer su un campione di 9.000 donne tra i 21 e i 65 anni.

Cambiano i tempi ma non migliorano le conoscenze sui Lac

Secondo la stessa ricerca quando si tratta di scegliere un metodo contraccettivo, poco è cambiato da una generazione all’altra. Al giorno d’oggi le millenial affrontano la prevenzione in ambito sessuale in modo molto simile alle loro madri, le baby bommer. Il 51% delle baby boomer riteneva di non possedere le informazioni necessarie per intraprendere una scelta consapevole e lo stesso problema viene riferito dal 35% delle millennial, malgrado queste ultime abbiano accesso a più informazioni rispetto al passato.

Le maggiori paure

Le principali paure delle donne non sono cambiate da mamma a figlia. Il 41% delle millennial ha riportato la paura di esposizione ad ormoni sintetici come prima barriera all’utilizzo della pillola e il 26% il timore della dimenticanza di assunzione quotidiana; dato simile registrato anche per le baby boomer.


Poche informazioni dagli operatori sanitari

Proprio come le loro mamme, il 24% delle millennial ha riferito che a influenzare maggiormente la scelta del primo metodo contraccettivo è soprattutto il dialogo poco proficuo con gli operatori sanitari che non presentano in maniera esaustiva tutte le opzioni disponibili, alimentando la percezione di non possedere tutte le informazioni necessarie per una decisione consapevole sulla scelta più adatta alle proprie esigenze. Non aver mai discusso con il proprio medico le possibili opzioni contraccettive (17%), subire le convinzioni dei medici riguardo ai contraccettivi da utilizzare (17%), non aver trovato sufficienti fonti di informazioni sul tema (15%) sono le altre ragioni esplicitate dalle millennial.

Il diagolo intra generazionale

L’influenza della madre, anche se appartenente a età differenti, è sempre più rilevante nella scelta del contraccettivo rispetto a quella del partner; è importante dunque un dialogo proficuo intra generazionale che comunque dovrebbe essere supportato adeguatamente anche dagli operatori sanitari.

“Le millennial sono fortunate perché hanno molte più possibilità di scelta rispetto alla generazione delle loro mamme- commenta la dottoressa Rossella Nappi, professore associato della Sezione di Clinica Ostetrica e Ginecologica del Dipartimento di Scienze Cliniche; Chirurgiche, Diagnostiche e Pediatriche dell’università degli Studi di Pavia-. Senza tralasciare i numerosi contraccettivi ad azione prolungata, ovvero metodi per i quali non è necessario ricordarsene l’assunzione. Gli operatori sanitari hanno un’enorme responsabilità: devono garantire una condivisione attiva delle informazioni sulle varie opzioni disponibili e aiutare le donne a identificare quella più adeguata al loro stile di vita”.

16 milioni di gravidanze adolescenziali all’anno

Intanto, dei 208 milioni di gravidanze annue in tutto il mondo, secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) il 41% rappresenta gravidanze non programmate. L’11% di questi casi riguarda donne tra i 15 e i 19 anni d’età, per un totale di circa 16 milioni di gravidanze adolescenziali all’anno.

Il 25,1% degli adolescenti intervistati non utilizza un contraccettivo

Uno scenario preoccupante, confermato anche da un altro studio condotto dall‘istituto di ricerche GfK Health e promosso da Bayer, che ha dato voce a 3.000 adolescenti sul loro approccio alla sessualità e alla contraccezione. Nello studio il dato allarmante è che il 25,1% degli intervistati non utilizza alcun contraccettivo poiché ritiene che l’eventualità di una gravidanza sia improbabile.

L’ultima analisi Istat pubblicata nel 2015, riporta poi che ormai la maggioranza della popolazione adulta (circa il 60%) utilizza metodi per pianificare o evitare una gravidanza. Tra i contraccettivi inclusi nell’analisi, viene considerato anche il cosiddetto coito interrotto, che si piazza addirittura al terzo posto per popolarità dopo l’uso del preservativo e quello della pillola.

Risultati che confermano quanto emerso dal sondaggio condotto da Bayer: nonostante i notevoli progressi compiuti nel mondo della contraccezione femminile rispetto agli ultimi decenni, in Italia la pillola rimane il contraccettivo più conosciuto tra le ragazze di età compresa fra i 20 e i 29 anni.

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