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Stop Ombrina, bocciati emendamenti per rimettere limite 12 miglia. Ma battaglia continua, “Pd è partito del petrolio”

ROMA - La bocciatura degli emendamenti presentati alla Legge

Pubblicato:09-12-2015 12:35
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:41

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petrolioROMA – La bocciatura degli emendamenti presentati alla Legge di stabilità in commissione bilancio, che proponevano il ripristino del limite delle 12 miglia per le trivellazioni petrolifere, in particolare nei tratti marini italiani prospicienti i parchi e le riserve naturali, “è una nota dolente, ma non è la fine della battaglia”. Sono d’accordo i deputati Gianluca Vacca e Gianni Melilla, la senatrice Paola Pelino e i rappresentanti del movimento no-triv Stop Ombrina, in conferenza stampa oggi alla Camera, per ribadire che “questa è una vicenda che riguarda tutta l’Italia, non solo l’Abruzzo” e che mette in evidenza la linea energetica del Governo “in cui c’è uno spazio per le trivellazioni petrolifere offshore in tutti i mari italiani”.

Parole dure contro la maggioranza quelle di Vacca, che spiega come “continueremo a ripresentare sempre emendamenti e a chiedere ad altre forze politiche di fare altrettanto. Ormai, però, credo che l’indirizzo sia chiaro. Il partito democratico è il partito del petrolio“. E si allontana la possibilità di risolvere questa problematica in Parlamento, “se i deputati della maggioranza non possono aprire un dialogo con il Governo come relatore della legge di Stabilità, se non si riesce ad aprire una discussione sugli emendamenti, che vengono invece bocciati in pochi secondi” aggiunge Vacca.

Non diversa la posizione di Melilla, che attacca direttamente la maggioranza. “Ciò che è successo è che i deputati abruzzesi, che avevano deciso di presentare gli emendamenti, qui alla Camera si sono scontrati contro il muro della maggioranza che sostiene il governo Renzi- spiega Melilla-. Hanno così confermato quello che prevede il decreto Sblocca Italia, cioè una linea energetica in cui c’è uno spazio per le trivellazioni petrolifere offshore in tutti i mari italiani”. E la delusione diventa preoccupazione, per il mancato ascolto nelle istituzioni della voce dei territori.


Analoga la posizione dei movimenti Stop Ombrina, che parlano di “un progetto devastante, che metterà a rischio tutto il mare Adriatico. Siamo qui perché questo è un problema di tutto il paese, non solo dell’Abruzzo. Questo governo sta svendendo il paese alle multinazionali e alle lobby, questo è un governo colluso”. Il punto è economico, perché “questo governo non mette solo a rischio la salute dei cittadini, ma l’economia dell’intera regione Abruzzo. Significa che in questo progetto non c’è una valenza strategica nazionale- prosegue il portavoce del movimento- Le proteste si stanno allargando a macchia d’olio in tutto il Paese. Noi siamo certi che la nostra battaglia non si concluderà qui oggi, ma è un’occasione di denunciare l’azione del Governo, che terrorizza i suoi stessi parlamentari che non hanno avuto il coraggio di presentarsi in conferenza stampa. Noi toglieremo il consenso a questo Governo, anche se dovremmo lavorare 24 ore al giorno 365 giorni l’anno”.

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