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Taglio fondi per il teatro comunale di Bologna, Cgil: “Riparte la lotta”

Cisl: "Il comune incentivi le aziende a sponsorizzare le attività"

Pubblicato:09-11-2018 14:10
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:45
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BOLOGNA – “I patti non sono stati rispettati, e’ inevitabile la ripresa di una forte fase conflittuale che chiaramente non e’ rivolta contro il Teatro comunale di Bologna, ma riguardera’ anche questo”. Lo ha dichiarato Antonio Rossa della Slc-Cgil, durante la commissione sulla Fondazione di largo Respighi che si e’ svolta ieri in Comune.

Il sindacato, ricorda Rossa, lo aveva preannunciato: tutti “gli sforzi e gli accordi sarebbero stati passi nelle sabbie mobili se non si fosse poi garantita la cornice principale, che era e rimane quella del finanziamento pubblico. E noi non stiamo chiedendo di aumentare il Fus, sarebbe sufficiente fermarne il calo”. E guardando al quadro nazionale, si va verso un “esito disastroso per la cultura in generale e anche per Bologna nello specifico”, continua il sindacalista: insomma la promessa “non e’ stata mantenuta” e ora lo stesso vale “per la pax sociale che ne conseguiva”. Si torna alla mobilitazione dunque: “Non sto dicendo che sara’ cosi’ ma che e’ gia’ in essere”, sottolinea Rossa, citando i teatri che sono stati occupati a Torino e Verona, alcune manifestazioni gia’ svolte a Roma e “la proposta di sciopero nazionale di tutte le Fondazioni gia’ fatta dalla Cgil”.


Di certo “non si possono chiedere altri sacrifici ai lavoratori del Teatro”, avverte Davide Mori della Uilcom. “La cultura e’ poco considerata in questo Paese, ci sono stati pochi investimenti e mi auguro si apra un corso diverso, a prescindere dal colore politico- aggiunge Mori- rendendosi conto che la cultura e’ qualcosa di importante su cui si puo’ investire”. Le Fondazioni lirico-sinfoniche storicamente sono “scarsamente considerate dai legislatori”, dichiara Antonella Amerini della Fistel-Cisl, che pero’ si sofferma di piu’ sul quadro locale.

A Bologna “troppo spesso il Teatro viene tirato come una coperta da parte e dall’altra”, afferma Amerini, ma invece “e’ una realta’ culturale che va salvaguardata tutti insieme”. E laddove lo Stato “non riesce ad erogare risorse sufficienti”, allora il Comune “potrebbe fare la sua parte incentivando anche le aziende municipali, che possono fruire dell’Art bonus- continua la sindacalista- a sponsorizzare le attivita’ del Tetro perche’ e’ un fiore all’occhiello della citta’”. Poi c’e’ il nodo piazza Verdi: “Finalmente c’e’ una fase di risanamento, ma dobbiamo assolutamente fare di piu’- sollecita Amerini- perche’ il Teatro e’ una bomboniera che va salvaguardata e la piazza dev’essere un punto di ritrovo della parte buona della citta’”.

L’assessore comunale alla Cultura, Matteo Lepore, si rende disponibile ad incontrare i sindacati “nel momento in cui annunciano una mobilitazione importante, non solo sul nostro territorio”. Intanto, “oggi i conti sono in ordine e di fronte all’ultimo taglio addirittura siamo in grado di andare avanti lo stesso, per ora- rileva Lepore- perche’ abbiamo fatto un ottimo lavoro tutti insieme”. Un lavoro “cosi’ buono che vorremo iniziare come collettivita’ a chiedere al Governo di cambiare le politiche culturali del Paese”, afferma Lepore rivendicando per Bologna un ruolo di primo piano: altrimenti, “il momento di gloria durera’ un anno e poi torniamo al punto di prima”. Infine da Chiara Galloni, nominata dal Comune nel Consiglio di indirizzo della Fondazione, arriva un netto plauso per l’attuale management, definito “presente, preciso e competente” e dunque in grado di “recepire con grande dinamismo e apertura i nostri indirizzi”. Anche per questo oggi si puo’ parlare di un Teatro “fuori dalla tempesta”, conclude Galloni.

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