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Voluntary disclosure, Upr: “Governo si attivi”

SAN MARINO - Le leggi per contrastare l'evasione fiscale ci sono, ma anche un sistema di stratagemmi per

Pubblicato:09-11-2015 11:27
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:33

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SAN MARINO – Le leggi per contrastare l’evasione fiscale ci sono, ma anche un sistema di stratagemmi per eluderle: l’inchiesta sulla voluntary discosure di Tv7, andata in onda su Rai1 sabato notte, ha portato alla luce gli escamotage che un “presunto orafo” del Titano mette usualmente in campo di fronte alla richiesta di una finta-cliente che intende scambiare il suo nero con diamanti. Dopo questo smascheramento diffuso sulla prima emittente pubblica italiana, Upr vuole sapere “se il governo si era attivato per verificare se fatti del genere sono diffusi- riporta una nota- e se quanto avviene è rispondente alle leggi dello Stato”. Infatti “mentre il governo lavora duramente per recuperare la credibilità del sistema Paese- sottolinea il movimento di minoranza- e si spende con le autorità italiane per trovare una collaborazione accettabile al fine di superare gli effetti negativi della voluntary disclosure, c’è un sistema operante che mira ad eludere leggi, trovare escamotage, aggirare norme e superare anche le comuni regole di buon senso”.

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Su questo, i consiglieri di Unione per la Repubblica avevano già chiesto chiarimenti nelle opportune sedi istituzionali, fanno sapere Marco Podeschi & co. “Da tempo infatti- prosegue la nota- circolano ricorrenti voci di vendite di preziosi, oro, diamanti e opere d’arte che hanno avuto un picco sostenuti dalla circolazione di denaro contante per reggere le transazioni, come confermato dall’esperto orafo che accetta e paga in contanti”. E’ necessario quindi capire “se le norme in materia fiscale di cui governo e maggioranza tanto si vantano vengono rispettate”, chiosa Upr. Anche perché “mentre il commercio al dettaglio è in difficoltà ed i provvedimenti del governo, quali Smac e riforma fiscale, sono un peso- conclude il testo- emergono realtà che se ne fregano e nel cuore del centro storico, a due passi dai palazzi del potere, operano con un modello che la comunità internazionale, le relazioni bilaterali con l’Italia e la magistratura hanno stigmatizzato e combattuto con forza”.


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