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‘Pane e olio senza petrolio’, la protesta contro Ombrina Mare. Ecco come è andata la conferenza

Il progetto petrolifero riguarda le coste abruzzesi nella zona davanti a Chieti

Pubblicato:09-11-2015 08:14
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:33

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ROMA – Con gli slogan ‘pane e olio senza petrolio’ e ‘via i pirati dal nostro mare’, circa 150 manifestanti si sono ritrovati sotto al ministero dello Sviluppo economico dove alle 11 è cominciata la conferenza dei servizi, un tavolo tecnico che ha discusso il progetto petrolifero ‘Ombrina Mare 2’ al largo delle coste abruzzesi, davanti Chieti. Associazioni ed enti locali hanno lasciato il tavolo senza concluderlo. Adesso c’è attesa per la decisione del Mise.

Non ci saranno altre conferenze. Loro aspettano contestazioni di merito da parte nostra, e poi ci sarà una decisione”. Lo dice il vicepresidente della regione Abruzzo, Giovanni Lolli, a conclusione della conferenza dei servizi sul progetto petrolifero ‘Ombrina Mare 2’, iniziata questa mattina al ministero dello Sviluppo economico a Roma, dove Regione Abruzzo, le province di Chieti e di Pescara, e circa 35 comuni del territorio si sono seduti al tavolo per discutere con governo e società proponente l’approvazione del progetto. Le richieste avanzate da manifestanti e istituzioni locali riguardavano invece la bocciatura del progetto.

“Il progetto è illegittimo perché contrasta con due leggi vigenti, leggi regionali che peró non sono state impugnate, quindi operano- prosegue Lolli- noi abbiamo fatto mettere a verbale questo, più una serie di appunti di come sono state date le concessioni”. Infine, contestando anche la procedura della conferenza, “faremo ricorsi in sede civile, ma anche in sede penale– conclude il vicepresidente regionale- perché ognuno deve prendersi le proprie responsabilità”.


WWF: SU OMBRINA MARE TOTALE SCOLLAMENTO GOVERNO – ABRUZZO – Il via libera chew potrebbe arrivare sulla piattaforma petrolifera con annessa nave di prima raffinazione ‘Ombrina Mare 2’ a poche miglia dalla costa teatina in Abruzzo, per il Wwf “è il segno del totale scollamento tra il Governo nazionale e il territorio”. Il governo infatti, in particolare il ministero dello Sviluppo Economico, “ha colpevolmente ignorato la volontà di una intera regione- dichiara Dante Caserta, vicepresidente del Wwf Italia- ha considerato carta straccia gli atti ufficiali della Regione Abruzzo che ha approvato due leggi tese a vietare la realizzazione dell’opera, non ha tenuto conto della volontà di Enti locali e Associazioni imprenditoriali del turismo, pesca e produzioni agroalimentari che da sempre si sono opposti a quest’opera”. In questo modo “si vuole mettere a tacere la voce di migliaia e migliaia di cittadini che, attraverso le associazioni ambientaliste e in prima persona, da anni manifestano il proprio dissenso contro un’opera deleteria per l’ambiente e la salute”, denuncia Caserta. Oggi, quindi, lo Sviluppo Economico “non ha certo assicurato lo ‘sviluppo economico’ di chi vive in Abruzzo e sulle coste del Mare Adriatico, ma esclusivamente quello della lobby dei petrolieri: davvero un pessimo segnale a meno di tre settimane dall’avvio della COP 21 di Parigi sul clima”.  “Nonostante questo atteggiamento di chiusura, la battaglia contro Ombrina Mare 2 non è certamente finita” per il Wwf. La procedura e le modalità seguite dalla Conferenza di servizi convocata dal ministero “offrono ulteriori motivi di ricorso davanti alla giustizia italiana ed europea”. Il Wwf ha già impugnato il decreto di autorizzazione sulla Valutazione di impatto ambientale e “non lascerà nulla di intentato per fermare questo vero scempio ai danni del mare Adriatico e del rispetto della volontà dei cittadini”.

IL SIT-IN DI STAMATTINA – Arrivati in bus a Roma, si sono riuniti in piazza coordinamenti del territorio e associazioni ambientaliste che si oppongono alle trivellazioni lungo la costa teatina, per combattere quella che definiscono la ‘deriva petrolifera’ del governo. Già rinviata di tre settimane, dopo la richiesta di un’ulteriore sospensione da parte delle associazioni ambientaliste e nonostante l’approvazione giovedì scorso della legge che ha istituito il primo parco marino regionale abruzzese, quello dei ‘Trabocchi del chietino e costa frentana’ sempre davanti Chieti, si sono seduti al tavolo rappresentanti della Regione Abruzzo, delle province di Chieti e di di Pescara, e dei comuni di Pescara, Francavilla, Ortona, San Vito Chietino, Lanciano, Rocca San Giovanni, Casalbordino, Torino di Sangro, Vasto, San Salvo, Frisa, Castelfrentano e Fossacesia, tra i circa 35 sindaci presenti, oltre alla società proponente e a rappresentanti del ministero. “Noi ci auguriamo che oggi dalla conferenza dei servizi esca una bocciatura del progetto Ombrina Mare 2- spiega Alessandro Lanci, portavoce del coordinamento ‘no Ombrina’- c’è una legge regionale abruzzese che blocca Ombrina e noi siamo qui per sostenerla. Inoltre, ieri sera abbiamo mandato una diffida a tuttti i funzionari dello Sviluppo economico in cui li informiamo della legge e che seguiremo vie legali se non verrà rispettata”. È d’accordo anche Legambiente, presente sul posto, che auspica la “sospensione della conferenza, se non una bocciatura del progetto”.

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