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Fight Of the Gods censurato in Malesia, è blasfemo. In realtà è solo brutto

Irraggiungibile dal paese asiatico il sito Steam. La replica del publisher

Pubblicato:09-09-2017 15:28
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:40

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ROMA – Fight Of the Gods censurato in Malesia. Il picchiaduro che coinvolge dei e divinità non è piaciuto, la riproduzione di immagini sacre è stata ritenuta blasfema. Da qui la censura e l’oscuramento del sito di Steam per impedirne lo scarico.

Fight Of the Gods censurato in Malesia, è blasfemo

Odino contro Anubi, Gesù che sfida il Buddha e via con le icone sacre nel mondo che si danno botte di santa ragione. È questo il picchiaduro Fight Of the Gods, game scaricabile da Steam, ora non più visibile nello stato della Malesia. Blasfemo è stato definito dalle autorità del paese asiatico e quindi vietato. La vicenda è semplice. Il ministro delle Telecomunicazioni malese, Salleh Said Keruak, dopo un ultimatum lanciato al sito Steam, dove il gioco era scaricabile, ha deciso, trascorso il termine ultimo, di oscurare il sito. Se dalla Malesia si digita l’indirizzo del sito si viene riportati alla pagina del Communications And Multimedia Act del 1998. Sulla pagina web si legge che la legge vieta la “promozione, pubblicazione e diffusione di contenuti osceni, indecenti, falsi, minacciosi ed offensivi con l’intento di infastidire, abusare, minacciare o molestare terze persone”.

Fight Of the Gods censurato, si grida allo scandalo ma il gioco è brutto

Levata di scudi, giusta, in tutto il mondo contro la censura dopo la decisione delle autorità malesiane. Il game, come ammettono i produttori, non vuole offendere nessuno ma solo “leggere” con ironia la religione. Niente di più e niente di meno di quello che fanno altri media, come la Tv, il cinema, i libri e, naturalmente, il web. Quello che nessuno ammette, però, è che il gioco è brutto. Una minestra riscaldata. Ai personaggi tipici dei videogiochi sono stati sostituiti immagini sacre o appartenenti alla mitologia mondiale. Ma dov’è la novità? Non c’è. Sembra quasi un prodotto creato ad hoc per suscitare scandalo e indignazione. Un’operazione nata a tavolino.


Fight Of the Gods censurato, la replica di PQube

 “Fight of Gods non promuove nessuna agenda religiosa e non ha lo scopo di offendere”, dichiara la software house. “La descrizione del gioco riporta chiaramente la natura del gioco e le persone sono libere di giocarci o meno. Rispettiamo pienamente la scelto di chi non desidera provarlo. Ci dispiace che tale libertà di scelta non sia data a tutti e, soprattutto, che il gioco sia stato rimosso forzatamente in Malesia, addirittura senza una comunicazione diretta con noi. Ciononostante, rispettiamo le scelte e la censura imposta in questi territori. Abbiamo contattato Steam e stiamo lavorando per risolvere la situazione il prima possibile”, conclude la nota.

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