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Reggenza di garanzia, Podeschi (Upr) convoca capigruppo

Pubblicato:09-09-2016 16:45
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:03

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San Marino 1°Aprile 2013 cerimonia di insediamento Reggenza Salgono alla Suprema Magistratura Antonella Mularoni e Denis Amici  Marco Podeschi Ph©FPF/Filippo Pruccoli

SAN MARINO – Marco Podeschi fa pressing sulla proposta di una Reggenza di garanzia per cui si prevede un percorso tutto in salita. Il capogruppo di Upr richiede infatti un incontro per lunedì pomeriggio ai presidenti dei gruppi consiliari e ai consiglieri indipendenti per affrontare una volta per tutti la questione sollevata prima da Ssd, poi da Repubblica futura. Proprio ieri i rappresentanti delle forze che si riconoscono in Ssd e Rf, al lavoro per la formazione di una coalizione, si sono incontrate, tra l’altro, per discutere anche della proposta di nominare, per il semestre che si aprirà in ottobre, una Reggenza rappresentativa di maggioranza e minoranza. “In ragione della particolare fase di transizione che la Repubblica affronterà nel prossimo semestre- scrive Podeschi- sarebbe ragionevole e probabilmente sensato attuare uno sforzo per uscire dalle usuali dinamiche collegate alla nomina della Reggenza anche in ragione di orientamenti espressi da alcune forze politiche”.

La proposta è sostenuta da Sinistra unita, tra i primi a lanciarla con Ssd. Il capogruppo Tony Margiotta infatti si dice d’accordo che in questa fase di campagna elettorale “la principale istituzione del Paese sia rappresentativa di maggioranza e opposizione e non solo espressione di maggioranza”. E lamenta che ad oggi non siano giunte risposte dagli altri fronti su questa idea. Matteo Ciacci, C10, è ovviamente sulla stessa linea d’onda: “Una Reggenza di garanzia che rispecchi tutte le forze in Consiglio grande e generale- spiega- è necessaria oggi più che mai, dato che non esistono più una maggioranza e una minoranza precostituite”. In più ai civici, aggiunge, piace l’idea di una Reggenza di garanzia tutta in rosa. Dubbi e scetticismo invece arrivano dagli altri fronti, fino al no deciso del Pdcs. In primis, esprime perplessità Alessandro Mancini, Ps, pchè “ogni Reggenza è di garanzia”, per il suo ruolo super partes. “Non vorrei- manda a dire- che con questa proposta la massima istituzione della Repubblica venisse utilizzata per fare dei giochi politici”. Mancini non si sottrae comunque a un confronto sul tema ma lancia un monito ai promotori: “Non tiriamo la Reggenza per la mantella, rispettiamo il suo ruolo”. L’indipendente Denise Bronzetti si chiede perchè una parte di Ssd non sia a conoscenza dalla proposta. Inoltre, “la Reggenza di garanzia- spiega- ha dei presupposti istituzionali di salvaguardia della rappresentanza”. A suo parere, in passato, quindi non è mai stata veramente messa in atto perchè “quando ha coinvolto la minoranza- spiega- la forza interessata era già in odore di governo”. Di pari passo, “se nascesse perchè si è di fronte a una situazione di emergenza istituzionale, avrebbe un senso- spiega- se invece è uno dei tanti escamotage su cui fare le prove di forza per le prossime elezioni, sarebbe un segnale brutto”.


san marino_elena-tonniniScettica anche Elena Tonnini di Rete: “In linea di massima- spiega- noi crediamo nella Reggenza di garanzia sempre, non solo quando fa comodo a qualcuno”. Il capogruppo spiega che si tratta di una idea cara al movimento, già portata in Aula ma a suo tempo respinta. “Per noi la Reggenza di Garanzia deve valere come forma di controllo da parte della maggioranza e dell’opposizione sull’attività del congresso di Stato, non solo quindi in questa fase”. Per la rappresentante di Rete invece la proposta attuale pare nascondere “una visione molto ristretta- continua- da parte di un gruppo di forze trasversali che ha tutti gli interessi a proporre una sua persona”. Non a caso, osserva, hanno già fatto il nome di Francesca Michelotti, consigliere di Su.

Chiude il cerchio, il capogruppo del Pdcs, Luigi Mazza, chiarendo la sua contrarietà. “Chiunque parli di Reggenza di Garanzia- fa notare- si pone in termini offensivi verso tutti coloro che hanno ricoperto in questi anni la Suprema Magistratura, inclusi gli attuali Capitani Reggenti”. Se infatti, prosegue, vi è un tratto che contraddistingue questo incarico è che “chiunque lo ricopra offre piena e ampia garanzia e rispetto del nostro ordinamento”. Il fatto che la proposta arrivi da una forza di opposizione, osserva, è la dimostrazione che sia “un’iniziativa politica e non istituzionale”. Non solo, “il fatto che tra i promotori vi sia anche Ap- chiede poi- fino a ieri in maggioranza, significa forse che, quando ricopriva la Reggenza un suo rappresentante, non abbia garantito il rispetto dell’ordinamento?”. Per Mazza è una bocciatura: “Lasciamo la politica alla politica- suggerisce- e lasciamo fuori le istituzioni”. Se poi, aggiunge, il tema è invece una diversa configurazione del ruolo della Reggenza e come sia possibile intervenire su questo attraverso lo Statuto delle opposizioni, allora il dibattito è aperto e la Dc è disponibile. “Altrimenti- conclude- è solo una battuta per la campagna elettorale in corsa”.

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