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Approvato il ddl alla Camera: ecco la ‘Buona Scuola’

Con 277 voti favorevoli e 173 contrari, il disegno di legge è stato definitivamente approvato dalla Camera. Il via libera alla riforma della scuola "non lo ritengo l'atto finale, ma l'atto iniziale di un nuovo protagonismo della scuola". Così il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, dopo il via libera definitivo

Pubblicato:09-07-2015 15:44
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:26

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la buona scuola (690 x 700)ROMA – Con 277 voti favorevoli e 173 contrari, il disegno di legge sulla ‘Buona scuola’, è stato definitivamente approvato dalla Camera. Il via libera alla riforma della scuola “non lo ritengo l’atto finale, ma l’atto iniziale di un nuovo protagonismo della scuola”. Così il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, dopo il via libera definitivo. Per la scuola abbiamo stanziato, “a regime, tre miliardi. Non chiacchiere”. Giannini spiega inoltre che l’anno scolastico partirà “con regolarità a settembre”. Abbiamo “superato la supplentite che ha afflitto per decenni la scuola italiana”.

Il ddl prevede un finanziamento aggiuntivo di 3 miliardi a regime sul capitolo istruzione e un piano straordinario di assunzioni per cercare di assorbire il precariato storico. Dal 2016 si assume solo per concorso. Il provvedimento mette al centro l’autonomia scolastica. Si danno gli strumenti finanziari e operativi a dirigenti scolastici e docenti per poterla realizzare. Ovvero piu’ soldi (viene raddoppiato il Fondo di funzionamento delle scuole) e più risorse umane (con il piano assunzioni ogni istituto avrà in media 7 docenti in più per i progetti e il potenziamento dell’offerta). Agli studenti viene garantita un’offerta formativa piu’ ricca che guarda alla tradizione (più Musica, Arte), ma anche al futuro (piu’ lingue, competenze digitali, Economia).

L’intera comunità scolastica, famiglie e studenti compresi, sarà coinvolta nell’elaborazione del Piano dell’offerta formativa della propria scuola, il documento costitutivo dell’identita’ culturale e progettuale delle scuole. Nel ddl ci sono risorse specifiche per la formazione e l’aggiornamento dei docenti e per la loro valorizzazione. Continua l’investimento dello Stato sull’edilizia scolastica, con fondi ad hoc per gli interventi di manutenzione, ma anche per la costruzione di strutture innovative.


Ecco alcuni dei punti principali della riforma.

NELLA ‘BUONA SCUOLA’ AL CENTRO L’AUTONOMIA – Il ddl consente di realizzare l’autonomia scolastica, assegnando maggiori strumenti ai dirigenti delle scuole per chiedere e gestire risorse umane, tecnologiche e finanziarie. Le istituzioni
scolastiche avranno un organico potenziato, l’organico dell’autonomia, garantito, a partire dal prossimo anno scolastico, attraverso un piano straordinario di assunzioni) per coprire le cattedre vacanti. Le scuole, d’ora in poi, potranno indicare allo Stato il fabbisogno di docenti e strumenti per attuare i loro Piani dell’offerta formativa. I Piani diventano triennali e vengono elaborati con la partecipazione di tutte le componenti della scuola: il Piano e’ elaborato dal Collegio dei docenti, sulla base degli indirizzi definiti dal dirigente scolastico, ed e’ poi approvato dal Consiglio di circolo o d’Istituto dove sono presenti anche le famiglie e, alle superiori, gli studenti.

UN PIANO STRAORDINARIO DI ASSUNZIONI – Il ddl da’ il via libera ad un Piano straordinario di assunzioni per il 2015/2016 per coprire le cattedre vacanti e creare l’organico dell’autonomia. Oltre 100.000 insegnanti saranno assunti a settembre 2015. Dopo si torna ad assumere per concorso, che sarà bandito entro il primo dicembre 2015. Il testo prevede che tra i 100.107 docenti assunti entro quest’anno ci siano anche gli idonei del concorso 2012 e che la nuova regola della chiamata diretta dei docenti da parte del preside sia valida da settembre 2016. Grazie alle assunzioni, la scuola avra’ l’8% di docenti in piu’, per una media di 7 per ciascuna istituzione scolastica. Il disegno di legge pone un limite alla reiterazione dei contratti a termine: non si potra’ andare oltre i 36 mesi anche non continuativi per evitare la creazione di nuovi bacini di precari e rispettare le normative Ue. Il calcolo dei 36 mesi si applica a partire dai contratti stipulati dal prossimo anno scolastico, il 2015/2016.

IL DIRIGENTE SCOLASTICO DIVENTA UN ‘LEADER EDUCATIVO’ – I presidi diventano leader educativi: meno burocrazia e piu’ attenzione all’organizzazione della vita scolastica. Dovranno essere i promotori del Piano dell’offerta formativa della propria scuola che viene poi elaborato dagli organi collegiali. I dirigenti avranno la possibilita’ di mettere in campo la loro squadra individuando, sui posti che si liberano ogni anno, i docenti piu’ adatti, per curriculum ed esperienza fatta, per realizzare il progetto formativo della loro scuola. La chiamata diretta slitta pero’ al 2016 (le assunzioni per l’avvio dell’anno scolastico a settembre 2015 si faranno quindi con le vecchie regole). La scelta dei docenti da parte dei presidi avviene all’interno di ambiti territoriali (a regime di dimensione inferiore al territorio della Provincia) predisposti dagli Uffici Scolastici Regionali. Negli ambiti territoriali confluiscono i nuovi assunti: quest’anno i docenti del Piano straordinario, dal prossimo i vincitori di concorso. Solo dopo l’assunzione i docenti vengono individuati dalle scuole sulla base dell’offerta che vogliono garantire agli studenti. Le operazioni avverranno in modo trasparente: i presidi renderanno pubbliche, attraverso il sito della loro scuola, tutte le informazioni relative agli incarichi conferiti. Il loro operato sara’ sottoposto a valutazione triennale. Una valutazione che influira’ anche sulla loro retribuzione aggiuntiva. Per il triennio 2016-2018, potranno essere affidati incarichi ispettivi a tecnici del ministero dell’Istruzione.

COMITATO DI VALUTAZIONE PER I PROF. – Il Comitato di valutazione per gli insegnanti ha durata di tre anni e sara’ presieduto dal dirigente scolastico. Faranno parte del Comitato: tre docenti dell’istituzione scolastica, di cui due scelti dal collegio dei docenti e uno dal consiglio di istituto; due rappresentanti dei genitori, per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo di istruzione; un rappresentante degli studenti e un rappresentante dei genitori, per il secondo ciclo di istruzione, scelti dal consiglio di istituto; un componente esterno individuato dall’Ufficio scolastico regionale tra docenti, dirigenti scolastici e dirigenti tecnici.scuola

LA ‘BUONA SCUOLA’ PREPARA AL FUTURO – Il disegno di legge prevede il miglioramento dell’offerta formativa sempre piu’ declinata in base alle esigenze degli studenti e coerente con la necessita’ di orientarli al futuro. Con la Buona scuola ci sara’ il potenziamento delle competenze linguistiche: l’Italiano per gli studenti stranieri e l’Inglese per tutti (anche con materie generaliste insegnate in lingua). Vengono potenziate poi: Arte, Musica, Diritto, Economia, Discipline motorie. Viene dato piu’ spazio all’educazione ai corretti stili di vita e si guarda al domani attraverso lo sviluppo delle competenze digitali degli studenti (pensiero computazionale, utilizzo critico e consapevole dei social network e dei media). Alle superiori, il curriculum diventa flessibile: le scuole attiveranno materie opzionali per rispondere alle esigenze dei loro ragazzi. Le competenze maturate dagli studenti, anche in ambito extra scolastico (volontariato, attivita’ sportive, culturali, musicali), saranno inserite in un apposito curriculum digitale che conterra’ informazioni utili per l’orientamento e l’inserimento nel mondo del lavoro.

ARRIVA IL CURRICULUM DELLO STUDENTE. Gli istituti superiori, al fine di personalizzare i curricula degli studenti in vista dell’orientamento universitario e dell’accesso al mondo del lavoro, negli ultimi tre anni possono introdurre materie opzionali oltre quelle ordinamentali. Il curriculum dello studente conterra’ i dati relativi al percorso degli studi, alle competenze acquisite, alle eventuali scelte degli insegnamenti opzionali, alle esperienze formative anche in alternanza scuola-lavoro e alle attivita’ culturali, artistiche, di pratiche musicali, sportive e di volontariato, svolte in ambito extrascolastico.

SCUOLA-LAVORO – Almeno 400 ore nell’ultimo triennio dei tecnici e dei professionali e 200 in quello dei licei. L’alternanza scuola lavoro esce dall’occasionalita’ e diventa strutturale grazie ad uno stanziamento di 100 milioni all’anno. Si fara’ in azienda, ma anche in enti pubblici, musei, si potra’ fare anche d’estate e all’estero. Sara’ predisposta una Carta dei diritti e dei doveri degli studenti in alternanza. È previsto che i ragazzi partecipanti possano esprimere una valutazione sull’efficacia dei percorsi effettuati. Sara’ istituito un Registro nazionale dell’alternanza in cui saranno visibili enti e imprese disponibili a svolgere questi percorsi. Sempre per rendere coerente la formazione con l’orientamento al futuro una parte dei fondi che lo Stato stanzia per gli Istituti tecnici superiori sara’ legata (per il 30%) agli esiti dei diplomati nel mondo del lavoro.

SCUOLE SEMPRE APERTE, LABORATORI E DIGITALE. Nei periodi si sospensione della attività scolastiche istituti scolastici rimarranno aperti, anche di pomeriggio, per dare vita a laboratori territoriali per orientare i giovani al lavoro e da utilizzare come
strumento di contrasto alla dispersione. Sul digitale e l’innovazione l’investimento diventa permanente: dopo i primi 90 milioni ce ne saranno altri 30 all’anno a partire dal 2016.

UNA CARD PER L’AGGIORNAMENTO DEGLI INSEGNANTI – Arriva la Carta elettronica per l’aggiornamento e la formazione dei docenti, un voucher di 500 euro all’anno da utilizzare per l’aggiornamento professionale attraverso l’acquisto di libri, testi, strumenti digitali, iscrizione a corsi, l’ingresso a mostre ed eventi culturali. La formazione in servizio diventa obbligatoria e coerente con il Piano triennale dell’offerta formativa della scuola e con le priorita’ indicate dal Ministero. Per la formazione in servizio viene previsto per la prima volta uno stanziamento strutturale: 40 milioni di euro all’anno.

UN FONDO AD HOC PER VALORIZZARE I DOCENTI – Viene istituito un fondo da 200 milioni all’anno per la valorizzazione del merito del personale docente. La distribuzione alle scuole terra’ conto dei territori con maggiori criticita’ educative. Ogni anno il dirigente scolastico assegnera’ i fondi ai docenti tenendo conto dei criteri stabiliti, in base a linee guida nazionali, da un apposito nucleo di valutazione interno alla scuola di cui fanno parte anche genitori e studenti.

BANDO PER ‘SCUOLE INNOVATIVE’ ED EDILIZIA SCOLASTICA – Il ddl prevede un bando per la costruzione di scuole altamente innovative, dal punto di vista architettonico, impiantistico, tecnologico. Scuole ‘green’ e caratterizzate da nuovi ambienti di apprendimento digitali. L’Osservatorio per l’edilizia scolastica, istituito presso il Ministero dell’Istruzione, coordinera’ strategie e risorse per gli interventi e promuovera’ la cultura della sicurezza. Vengono recuperate risorse precedentemente non spese da investire sulla sicurezza degli edifici. Stanziati 40 milioni per finanziare indagini diagnostiche sui controsoffitti delle scuole. Viene istituita la Giornata nazionale per la sicurezza nelle scuole.

LA SCUOLA TRASPARENTE – Il ddl prevede la creazione di un Portale unico dei dati della scuola con la pubblicazione di tutte le informazioni relative al sistema di istruzione: bilanci delle scuole, Anagrafe dell’edilizia, Piani dell’offerta formativa, dati dell’Osservatorio tecnologico, Cv degli insegnanti, incarichi di docenza. Uno strumento di trasparenza nei confronti dei cittadini e di responsabilizzazione degli istituti.

SCHOOL BONUS E DETRAZIONE RETTE PARITARIE – Con lo school bonus, chi fara’ donazioni a favore delle scuole per la costruzione di nuovi edifici, per la manutenzione, per la promozione di progetti dedicati all’occupabilita’ degli studenti, avra’, in sede di dichirazione dei redditi, un beneficio fiscale: credito d’imposta al 65 per cento delle erogazioni effettuate in ciascuno dei due periodi d’imposta successivi a quello in corso al 31 dicembre 2014 e pari al 50 per cento di quelle effettuate nel periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2016. Nel passaggio al Senato è stato però inserito un ‘tetto’ di 100 mila euro alle erogazioni liberali che potranno essere detratte a fini fiscali. Introdotto anche un fondo perequativo per le scuola svantaggiate: il credito d’imposta sarà riconosciuto alle persone fisiche, alle associazioni e alle imprese, a condizione che il 10 per cento delle relative erogazioni liberali in denaro vada alle istituzioni scolastiche che risultano destinatarie di erogazioni liberali inferiori alla media nazionale. Scatta poi la detraibilita’ delle spese sostenute dalle famiglie (fino 400 euro l’anno) quando i figli frequentano una scuola paritaria.

DELEGHE – Il disegno di legge assegna la delega al governo a legiferare in diversi ambiti fra cui il diritto allo studio, il riordino delle norme in materia di scuola, la promozione dell’inclusione scolastica, le modalita’ di assunzione e formazione dei dirigenti scolastici, la creazione di un sistema integrato di educazione e di istruzione 0-6 anni.

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