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Il Papa ai medici spagnoli e latinoamericani: “No alla finta pietà”

ROMA - "Nella nostra cultura tecnologica e individualista, la

Pubblicato:09-06-2016 15:13
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:51

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papa_francesco_angelusROMA – “Nella nostra cultura tecnologica e individualista, la compassione non e’ sempre ben vista”. Anzi, “non mancano quelli che si nascondono dietro una presunta compassione per giustificare e approvare la morte di un malato”. A denunciarlo e’ il Papa, nell’udienza concessa oggi, nella Sala Clementina, ai dirigenti degli ordini dei medici di Spagna e America Latina.

“L’identita’ e l’impegno del medico non si basa solo sulla sua scienza e competenza tecnica, ma soprattutto sulla sua attitudine compassionevole e misericordiosa verso coloro che soffrono nel corpo e nello spirito”, ha esordito Francesco nel discorso pronunciato in spagnolo, in cui ha fatto notare che “la compassione e’ l’anima stessa della medicina: non e’ un peccato, e’ un ‘patire con’. L’autentica compassione- ha spiegato Francesco- non emargina, non umilia, non esclude la persona, ne’ tanto meno considera come qualcosa di buono la sua scomparsa”. No, allora, al “trionfo dell’egoismo” e della “cultura dello scarto”, che “disprezza le persone che non rispondono a determinati canoni di salute, di bellezza e di utilita’”. Si’, invece, al medico come “buon samaritano”, che come Gesu’ “non passa oltre la persona derelitta al bordo del cammino, ma mosso da compassione la cura e la soccorre”. E’ la compassione, per il Papa, “la risposta adeguata al valore immenso della persona malata”: di qui la necessita’ di “non cedere alla tentazione funzionalista di applicare soluzioni rapide e drastiche, mosse da una falsa compassione o per un puro criterio di efficienza e risparmio economico”. Vedi www.agensir.it


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