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Mafia Capitale, altri sei arresti tra dirigenti e imprenditori. Nel mirino il restyling dell’aula Giulio Cesare

Il comando Unità speciali della Guardia di

Pubblicato:09-06-2015 10:36
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:22

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aula giulio cesareIl comando Unità speciali della Guardia di Finanza di Roma ha eseguito un’operazione di polizia giudiziaria denominata ‘Domus publica’ e disposta dalla Procura della Repubblica capitolina nel settore degli appalti pubblici e di contrasto alle frodi fiscali. In tale ambito è stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare personale emessa dal gip di Roma nei confronti di 6 soggetti (tutti in stato di arresto, eccezion fatta per un soggetto recentemente deceduto), tra i quali un alto dirigente in servizio alla Sovrintendenza dei beni culturali di Roma Capitale che avrebbe favorito l’imprenditore romano Fabrizio Amore nell’iter procedurale per l’aggiudicazione di gare pubbliche. Tra le gare truccate scoperte dalla Finanza vi è quella relativa al restauro dell’aula Giulio Cesare del palazzo Senatorio, aula dove si riunisce il Consiglio comunale della Capitale, che è stata affidata a trattativa privata al citato imprenditore, risultato coinvolto anche nell’inchiesta ‘Mafia Capitale’.

Dagli accertamenti eseguiti è emerso come l’imprenditore arrestato fosse più che sicuro dell’aggiudicazione della gara, avendo stipulato contratti ed effettuato pagamenti in acconto ai subappaltatori alcuni giorni prima dell’apertura delle buste contenenti le offerte. In sostanza, il ‘pactum sceleris’ ha fatto sì che fossero invitate alla procedura di gara esclusivamente società riconducibili allo stesso soggetto economico. La rete di conoscenze che l’imprenditore vanta all’interno degli uffici di Roma Capitale è risultata alquanto estesa e ramificata poiché lo stesso, tramite sue aziende, controllate da società lussemburghesi, ha concesso in locazione al Comune due strutture residenziali in zona Ardeatina per la gestione delle emergenze abitative della Capitale. Il Comune di Roma ha pagato per diversi anni canoni di locazione particolarmente elevati, pari a circa 2.250 euro al mese, per ogni mini appartamento.

Nel corso delle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma si è anche accertato che alcune unità immobiliari, anziché essere destinate alle emergenze abitative, così come previsto nel contratto di locazione, sono state utilizzate dall’imprenditore per fini propri. Le indagini hanno consentito di ricostruire una imponente evasione fiscale, per oltre 11 milioni di euro, attuata dall’imprenditore e dai suoi collaboratori, attraverso un gruppo di società residenti, controllate da imprese estere con sede in Lussemburgo.


A seguito dell’esecuzione di intercettazioni telefoniche e di numerose perquisizioni locali nei confronti di imprese, studi legali e commercialisti, nonché presso abitazioni di persone fisiche sono stati acquisiti molteplici elementi di prova in ordine alla riconducibilità in termini di proprietà e gestione delle società residenti ed estere in capo all’imprenditore arrestato.

I reati contestati sono quelli dell’associazione a delinquere, truffa aggravata e continuata in danno del Comune di Roma, falso, turbativa d’asta, emissione e utilizzo di fatture false, indebite compensazioni d’imposta, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte con l’aggravante del reato transnazionale, commesso a Roma, in Lussemburgo e altrove.

Allo stato delle indagini sono stati denunciati all’autorità giudiziaria 20 soggetti, nonché, in riferimento al reato di truffa per la percezione di indebiti canoni di locazione, sono state segnalate n. 3 società per la responsabilità amministrativa dipendente da reato.

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