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VIDEO | Violenza sulle donne, convegno a Unicusano: “Problema collettivo, più tutela per minori”

La violenza di genere come "problema culturale" è l'assunto da cui partono tutti i relatori

Pubblicato:09-05-2019 17:30
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:26

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ROMA – “La violenza di genere non è solo un problema della donna, ma della collettività, e coinvolge anche i bambini“. Ad affermarlo, in chiusura del terzo incontro interdisciplinare dell’università ‘Niccolò Cusano’ dedicato alla violenza di genere, è l’amministratore giudiziario e presidente dell’associazione So.Germa-Roma, Cristiana Rossi, che nel corso del convegno, ha raccontato l’esperienza di violenza subita nel corso della convivenza con l’ex partner.

Una vicenda di maltrattamenti “durata tre anni” che, dichiara alla Dire Rossi “coinvolgeva anche mia figlia. Oltre all’assistita la bambina ha subito anche violenza diretta, gliela strappavo dalle mani”. Il processo in primo grado, iniziato nel 2011, per “stalking, lesioni e mancata assistenza alla bambina” si conclude solo nel 2016 con la piena assoluzione dell’uomo. E l’affido esclusivo chiesto da Cristiana Rossi arriva “dopo oltre nove anni e dopo che mia figlia è stata obbligata per due anni e mezzo ad affrontare gli incontri protetti con il padre, a cui intanto erano state riconosciute delle psicopatologie”.

“La Convenzione di Istanbul e quella di Lanzarote non sono considerate- denuncia durante il convegno- è folle pretendere che la donna maltrattata si metta seduta a tavolino per una conciliazione con il maltrattante, la Convenzione di Istanbul lo vieta. La vittima viene continuamente colpevolizzata e il minore non è abbastanza tutelato. Per questo è importante che ci sia una formazione specifica dei giudici nel diritto minorile e nel penale”.


Formazione sui magistrati, ma anche “azione di prevenzione da portare avanti nelle scuole- dichiara il Garante dell’infanzia e adolescenza della Regione Lazio, Jacopo Marzetti- parlando con ragazzi e genitori, in modo differenziato”.

La violenza di genere come “problema culturale” è l’assunto da cui partono tutti i relatori, che ripercorrono le principali modifiche del Codice Penale (abolizione dello ius corrigendi e del reato di adulterio per la moglie, lo spostamento del reato di stupro dai delitti contro la morale e il buon costume a quelli contro la persona) e Civile nel senso della parità di genere che, dichiara il preside della facoltà di Giurisprudenza di Unicusano, Giovanni D’Alessandro, “è una recente acquisizione”.

“Le regole che alimentavano questa struttura normativa- sottolinea Franca Amadori, consigliere di Corte d’appello Sezione IV penale-Roma- esistono ancora. Molte persone hanno vissuto in famiglie in cui questi principi erano ritenuti normalissimi”. Per questo, insiste D’Alessandro, “il Codice Penale resta l’extrema ratio”, mentre fondamentale “è uscire dai cliché e denunciare, vincendo le resistenze culturali”.

Resistenze che, per la professoressa Maria Paola Pagnini, responsabile del ciclo di incontri, possono essere superate anche attraverso il ruolo educativo di scuole e università “luogo ideale per formare dei giovani che un domani saranno padri e mariti. Assistiamo a drammi quotidiani– sottolinea alla Dire la docente- in un Paese profondamente maschilista, che si è emancipato in anni non molto lontani dall’idea che la donna potesse essere uccisa per suoi turbamenti o perché lo voleva lasciare”.

Bene, quindi, le novità contenute nel Codice Rosso perché, conclude, “la normativa aveva un gran bisogno di essere svecchiata e sistemata e adesso mi pare ci sia una piccola svolta”.

MARZETTI: CAMPAGNE PREVENZIONE NELLE SCUOLE

“Sono ancora veramente troppe le notizie che riguardano i minori, le donne e la violenza in genere. È necessario fare campagne di diffusione e di prevenzione che partano anche dalle scuole, perché è importante parlare con ragazzi, ma anche con i genitori, e riportarli alle loro responsabilità. È necessario intervenire sulle famiglie, soprattutto su una diffusione positiva, in cui si evidenziano i lati negativi che possono arrivare ai minori quando in famiglia si litiga, quando soprattutto non si rispetta l’altro coniuge e di conseguenza si arriva addirittura a compiere dei reati”. Così alla Dire il garante dell’Infanzia e Adolescenza della Regione Lazio, Jacopo Marzetti, a margine dell’incontro ‘Violenza di genere: effetti, tutele giuridiche ed economiche’, in corso all’università Niccolò Cusano a Roma, sulla violenza assistita.

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