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Elezioni in Israele, Gantz avanti ma Netanyahu conta sui religiosi

Elettori chiamati a eleggere il parlamento nelle elezioni più incerte della storia di Israele

Pubblicato:09-04-2019 11:25
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:20

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TEL AVIV – Benjamin Netanyahu insegue il quinto mandato per diventare il premier più longevo della storia dello Stato ebraico. Oggi gli israeliani sono chiamati alle elezioni politiche per eleggere la nuova Knesset. La competizione si gioca su 120 seggi e il risultato appare tra i più incerti degli ultimi anni.

Il sistema è proporzionale con uno sbarramento al 3,25%. Le urne saranno aperte fino alle 22. Nessuno dei due partiti principali sarà in grado di ottenere la maggioranza, quindi saranno decisive le alleanze. Da una parte il Likud di ‘Bibi’, accreditato dai sondaggi di arrivare a 26-27 seggi; da un’altra, la lista centrista Kahol lavan (Blu bianco) guidata dall’ex capo dell’esercito Benny Gantz, dato tra i 28 e i 32 seggi.

Ma a destra il premier uscente può contare sul sostegno di altri partitini: da quello che si rivolge agli immigrati russi di Avigdor Liberman (ex ministro degli Esteri) a quello dei nazionalisti di Zehut. Poi sono soprattutto le liste dei religiosi ultraortodossi – lo Shas e il Giudaismo unito nella Torah che insieme potrebbero portare a casa una quindicina di seggi – a essere ancora una volta decisivi nella formazione di un governo di destra.


Nel campo del centrosinistra, Gantz ha voluto al suo fianco Yair Lapid, ex giornalista, personaggio affascinante molto amato in Israele e figlio d’arte, che già nella precedente tornata elettorale aveva ottenuto un’ottima performance in termini di seggi. I laburisti e la sinistra del Meretz potrebbero portare alla coalizione centrista tra i 15 e i 20 seggi, troppo poco per ottenere la maggioranza alla Knesset.

Lo conferma alla ‘Dire’ Eitan Schwartz, esponente di spicco del Labour di Tel Aviv: “Questo è il problema del nostro sistema. Già nel 2009 Netanyahu prese meno voti di Tzipi Livni e divento’ premier. Anche oggi l’appoggio dei partiti religiosi rischia di essere determinante nella formazione del nuovo governo, con un leader che si ritroverebbe premier pur avendo preso meno voti del suo sfidante”.

Nei prossimi giorni sarà comunque il presidente della Repubblica, Reuven Rivlin, ad avviare le consultazioni per la formazione di un governo, ma si potrebbe prospettare uno scenario simile alla legislatura uscente con la destra che aveva in parlamento solo due seggi di vantaggio.

Negli ultimi giorni di campagna elettorale i due sfidanti hanno cercato di lanciare agli elettori messaggi per il voto utile. Netanyahu ha ammesso di essere indietro e ha chiesto di non disperdere le preferenze a destra e di sostenere solo il Likud. Allo stesso modo, Gantz ha creato un clima da referendum tra lui e Bibi: “Siamo a un metro dalla vittoria, non bisogna disperdere il voto”, ha detto in uno degli ultimi comizi.

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