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Influenza dura in Toscana, 20 morti e 60 ricoverati

"Abbiamo avuto 20 morti per l'influenza in Toscana con

Pubblicato:09-04-2015 13:42
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:15

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termometro“Abbiamo avuto 20 morti per l’influenza in Toscana con 60 ricoveri in terapia intensiva”. Lo rende noto alla ‘Dire’ il direttore generale dell’assessorato al Diritto alla Salute della Regione Toscana, Valtere Giovannini. “La stagione influenzale- precisa- e’ stata particolarmente virulenta. Basti pensare che i casi di decesso l’anno scorso si contavano sulle dita di una mano”.

Sul piano epidemiologico c’ e’ un elemento che avrebbe reso più a rischio le difese immunitarie dei toscani, alla luce dei cinque casi di meningite concentrati nell’empolese. E l’alto dirigente regionale traccia un parallelo fra il batterio e l’evoluzione dei ceppi influenzali: “entrambi attaccano con una particolare gravita’ le persone giovani-adulte. In piu’- sottolinea Giovannini- l’ondata di freddo ha fatto slittare il periodo di superamento dei casi di meningococco, poiche’ questi si presentano al termine della stagione influenzale per poi scomparire con l’arrivo della primavera”.

La variabile meteorologica, pertanto, ha accresciuto l’importanza di una vaccinazione gratuita per la popolazione di questa fascia della Toscana fino ai 45 anni di eta’. “In questo modo il batterio non circola- spiega Giovannini- non si trasmette di persona in persona. Dal nostro punto di vista ci sentiamo tranquilli e di aver fatto un buon lavoro”.


Del resto, sull’ultimo caso, quello della donna di 57 anni ricoverata ieri l’altro, “il medico e’ stato bravissimo. Ha visitato la paziente alle 4 del mattino, poi e’ tornato alle 8 quando la febbre e’ salita. Quando le competenze sui territori ci sono e la medicina generale e’ vicina al malato i risultati ci sono- aggiunge il direttore generale dell’assessorato alla sanità-. Abbiamo anche deciso una seconda dose di richiamo per i giovani, cosa che pochissime Regioni fanno e che consente di potenziare la memoria immunologica delle persone, specie quelle esposte a maggiori contatti come chi frequenta le societa’ sportive, le scuole, le caserme”.

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