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Terrorismo, il capo della Polizia visita il Ghetto: “Minaccia c’è, ma siamo preparati”

ROMA - Oggi al ghetto di Roma si discute di sicurezza e di minaccia del terrorismo. Riccardo Pacifici, presidente della

Pubblicato:09-03-2015 15:55
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:10

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ROMA – Oggi al ghetto di Roma si discute di sicurezza e di minaccia del terrorismo. Riccardo Pacifici, presidente della Comunità ebraica di Roma, Alessandro Pansa, capo della Polizia e Nicolò D’Angelo, questore di Roma, sono stati in visita alla Sinanoga e al Ghetto.

“Abbiamo analizzato e valutato il livello di rischio e abbiamo disposto le misure necessarie perché questo livello di rischio venga correttamente affrontanto. Questa (il ghetto ndr) è una realtà serena come tutto il nostro Paese. La minaccia esiste ma siamo in grado di valutarne l’entità”. Così Alessandro Pansa, capo della Polizia, a margine della visita alla Sinanoga.


“Oggi in comitato abbiamo previsto un’ulteriore misura di sicurezza con l’inserimento di alcuni ‘pilomat’ (dissuasori, ndr) che saranno inseriti nella zona del ghetto per consentire una migliore distribuzione anche del traffico”. Previsto anche “un rinforzo di tutta l’attività del territorio e del ghetto”. Lo dice Nicolò D’Angelo, questore di Roma, a margine dell’incontro oggi al ghetto di Roma con Alessandro Pansa, capo della Polizia, e Riccardo Pacifici, presidente della Comunità ebraica di Roma, in cui si è discusso di sicurezza e minaccia del terrorismo.

“Vogliamo mandare un messaggio di serenità e tranquillità e soprattutto dell’idea che questo (il ghetto ndr) è un luogo in cui ci si deve incontrare e vedere perché non dobbiamo farci vincere dalle immagini di chi vorrebbe creare panico nella città”, commenta Riccardo Pacifici, presidente della Comunità ebraica di Roma. “La sfida noi l’abbiamo raccolta, tutto procede come sempre i nostri ragazzi continuano ad andare a scuola ma c’è bisogno della collaborazione di tutti”, conclude Pacifici.”Le misure di sicurezza- spiega il questore- sono state rimodulate dopo i fatti di Parigi. Abbiamo ritenuto di rinforzare tutte le misure che erano già previste come una ripedonalizzazione dell’area e la realizzazione dei dissuasori nella zona del ghetto”.

di Serena Tropea

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