NEWS:

Migranti, Intersos: “A Ventimiglia accampati in 200 lungo il fiume”

L'attivista Zitarosa: "Temono di essere identificati dalla polizia"

Pubblicato:09-02-2018 18:44
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:27
Autore:

francia migranti
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA –  “Almeno duecento persone vivono ancora lungo il corso del fiume Roja a Ventimiglia. Tra loro anche molti soggetti fragili: minori, soprattutto eritrei, alcuni dei quali giovanissimi, qualche nucleo familiare e donne sole”. A raccontare al ‘Sir’ la realta’ di Ventimiglia e’ Daniela Zitarosa operatrice dell’ong Intersos impegnata nella citta’ ligure.

Si tratta delle stesse categorie di persone che fino all’agosto scorso erano accolte nella chiesta di sant’Antonino, nel quartiere delle Gianchette, all’interno del progetto ‘Ventimiglia CONfine solidale’, attivo dal 31 maggio 2016 al 14 agosto 2017. Proprio di fronte alla chiesa sorge il viadotto dove, ancora oggi, si rifugiano i migranti. “Dopo la chiusura del progetto a S. Antonio – continua Zitarosa – si e’ cercato di trasferire le persone nel centro gestito dalla Croce Rossa al campo Roja dove sono stati predisposti container anche per minori e donne.

Molti dei migranti che sono accampati lungo il fiume pero’, nonostante gli sforzi degli operatori e delle organizzazioni di volontariato, rifiutano di andarci perche’ hanno paura dell’identificazione da parte della polizia (pratica necessaria per poter accedere alla struttura, ndr). Restano cosi’ al fiume in condizioni davvero precarie”.


Dall’altra parte il campo resta invece semivuoto con presenze che oscillano tra le 250 e le 300 persone. Secondo i dati diffusi dalla Caritas di Sanremo e Ventimiglia nei primi 15 giorni di gennaio 2018 sono stati registrato ai servizi attivi in citta’ oltre 600 migranti in transito: il 52% proviene dall’Eritrea e il 10% sono donne. Il 31% sono minori di 18 anni e, di questi, 7 avevano meno di 10 anni.

(www.agensir.it)

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it