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Diredonne, Aidda: “Pronti a unirci per difesa quote rosa in cda”

MILANO - "Insieme a tutte le associazioni femminili con cui ci

Pubblicato:09-01-2019 18:21
Ultimo aggiornamento:09-01-2019 18:21
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MILANO – “Insieme a tutte le associazioni femminili con cui ci confrontiamo qui a Milano, Aidda si muoverà affinché gli effetti positivi che legge Golfo-Mosca possano continuare e, quindi, ne chiediamo a gran voce il rinnovo: nel 2011 quando la legge fu approvata, le donne nei consigli di amministrazione erano il 5%, mentre alle fine del 2017 siamo arrivate al 36%”. Lo afferma la presidente nazionale dell’Associazione imprenditrici donne dirigenti di azienda (Aidda), Maria Claudia Torlasco, intervenendo a Palazzo Cusani alla tavola rotonda per fare il punto sulla legge a otto anni dalla sua entrata in vigore.  La legge 120/2011, più conosciuta come legge Golfo-Mosca, ha stabilito una importante novità nell’ambito della parità di genere, prevedendo per gli organi sociali delle aziende quotate e partecipate una quota pari ad almeno un terzo dei propri membri al genere meno rappresentato. Al termine del 2020 la legge potrebbe decadere, se non sarà prorogata.

Torlasco rileva che “nel 2018, secondo dati ancora approssimativi, le donne nei Cda stanno diminuendo in quanto molti consigli di amministrazione si sono modificati in questi ultimi anni e hanno preferito avere, al posto di un organo collegiale come un Cda, un amministratore unico, che quasi sempre è un uomo. Una situazione in cui gli effetti della legge Golfo-Mosca cessano”.  Per la presidente di Aidda una proroga della legge Golfo-Mosca è dunque “assolutamente necessaria”, ed esprime l’auspicio di poter collaborare con la stessa Monica Mosca, correlatrice della norma e e europarlamentare del Pd, per sostenere la causa. “Una nostra idea- aggiunge Torlasco- è anche quella di allargare le disposizioni della legge Golfo-Mosca alle società private, anche se chiaramente non ci può essere un obbligo legislativo, ma certo un invito, un impulso è possibile”.


ALLA CAMERA NUOVA ALLEANZA PRO LEGGE QUOTE ROSA

“Alla Camera dei deputati si è creato un movimento, trasversale a tutti i partiti, anche della maggioranza, finalizzato a presentare una proposta di legge che chieda una proroga di altri tre mandati della legge Golfo-Mosca”. Lo annuncia da Milano l’europarlamentare del Pd Alessia Mosca, intervenendo questa sera a Palazzo Cusani alla tavola rotonda promossa da Aidda (Associazione imprenditrici donne dirigenti di azienda) e dalla Consulta femminile di Milano, per fare il punto, a otto anni dall’entrata in vigore, della situazione sulla legge Golfo-Mosca, di cui è stata correlatrice.

“Domani pomeriggio a Montecitorio è prevista una conferenza stampa alla quale sarò presente”, spiega ancora l’europarlamentare dem, non fornendo ulteriori dettagli sull’evento. La legge 120/2011, più conosciuta come legge Golfo-Mosca, ha stabilito una importante novità nell’ambito della parità di genere, prevedendo per gli organi sociali delle aziende quotate e partecipate una quota pari ad almeno un terzo dei propri membri al genere meno rappresentato. Dopo il 2020 gli effetti della legge potrebbero decadere, se la norma non venisse rinnovata. “Nel 2011 l’obiettivo della legge era fornire uno strumento volto a modificare una cultura che aveva impedito l’accesso alle donne ai vertici delle società- continua Mosca- e oggi ci si chiede se questo cambio culturale effettivamente c’è stato e che cosa accadrà se la legge dovesse decadere. Temiano che non si possano raggiungere in maniera inerziale gli stessi risultati ottenuti, e riconosciuti da moltissimi studi, anche a livello internazionale”. 

Dal 2011, quando la legge fu approvata, le donne nei consigli di amministrazione erano il 5%, mentre sono arrivate al 36% alla fine del 2017. Negli ultimi sei mesi, spiega ancora Mosca, sono state messe in campo delle azioni affinché gli effetti positivi della legge possano essere mantenuti. “Il primo- spiega- si concretizzato nel luglio scorso quando è stato modificato il codice di autodisciplina di Borsa italiana, dove è stato inserito il principio in base al quale si chiede alle aziende di mantenere gli stessi requisiti previsti dalla legge Golfo-Mosca e in caso non lo facciano, devono spiegare perché non hanno adempiuto agli obblighi previsti dalla legge. Questo è un meccanismo più debole della legge ma è importante ma almeno introduce il principio ma sancisce un primo passo”. Mosca osserva che “si sta inoltre facendo un’operazione di moral suasion portata avanti dalle stesse donne che siedono nei consigli di amministrazione, affinché ci sia una modifica degli statuti delle aziende affinché possano inglobare il contenuto della legge in maniera permanente. Alcune aziende l’hanno già fatto e ora stiamo lavorando a un modello che tutte le realtà aziendali possano seguire”.

di Francesca Morandi

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