ROMA – Alla cerimonia dei Golden Globe monopolizzata dalle donne in rivolta contro gli abusi sessuali – tutte le dive del cinema hanno indossato vestiti neri per protesta – la regina dei salotti tv statunitensi Oprah Winfrey ha scosso il pubblico di mezzo mondo con un appassionato discorso politico.
Oprah (negli States si riferiscono a lei con il solo nome di battesimo) ha citato il dolore delle star molestate da Harvey Weinstein, ma anche quello delle donne comuni che subiscono in silenzio, fino a spingere il ricordo alle braccianti afroamericane sfruttate sessualmente. Il risultato? Standing ovation per lei.
“Dire la verità è lo strumento più potente che abbiamo. Ciascuno di noi in questa stanza è celebrato per le storie che racconta: quest’anno noi stessi siamo diventati la storia – ha detto-. Non è solo una storia che colpisce l’industria dell’intrattenimento: trascende qualsiasi cultura, geografia, etnia, religione, politica o posto di lavoro. Questa sera voglio esprimere la mia gratitudine a quelle donne che hanno sopportato anni di abusi di aggressioni perché loro come mia madre avevano figli da sfamare bollette da pagare e sogni da inseguire. Sono le donne i cui nomi non sapremo mai”. E cita lavoratrici domestiche, contadine, operaie, ingegnere, dottoresse, scienziate, politiche, atlete, soldati, ricorda il dramma di Recy Taylor, stuprata dai razzisti dell’Alabama nel 1944 e che mai ha avuto giustizia.
“Per troppo tempo le donne non sono state ascoltate o credute se osavano dire la verità riguardo al potere di quegli uomini. Ma il loro tempo è scaduto. Il loro tempo è scaduto. Il loro tempo è scaduto”, ha scandito Oprah per tre volte, tra applausi scroscianti.
Il volto aperto e civile di Oprah si opporrà a Trump nelle Presidenziali del 2020? Le voci corrono tra gli addetti ai lavori.
C’è la Cnn che pubblica un editoriale su che ottimo presidente sarebbe la conduttrice tv e il compagno della star Stedman Graham che, al Los Angeles times, spiega: “E’ il popolo che deve parlare. Lei assolutamente lo farebbe“.
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