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Ue, Gozi: “Erasmus festeggia 30 anni, miglior antidoto contro i muri”

ROMA - “A trent’anni dalla sua ideazione il Progetto Erasmus

Pubblicato:09-01-2017 17:07
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:46

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ROMA – “A trent’anni dalla sua ideazione il Progetto Erasmus resta la più importante storia di successo dell’Europa, resa possibile grazie al lavoro di un italiano – Domenico Lenarduzzi, all’epoca Direttore della Pubblica istruzione – e divenuta modello internazionale di formazione e lavoro giovanile”. Cosi’ il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri, Sandro Gozi.

“Un moltiplicatore di opportunità- sottolinea- dall’87 ad oggi oltre tre milioni e mezzo di studenti coinvolti dei quali più di 350mila italiani; solo lo scorso anno l’Italia ha accolto oltre 20mila partecipanti; per il periodo 2014-2020 sono stati stanziati 14,7 miliardi di euro con un aumento del 40%. Ma non basta. Dobbiamo lavorare affinché l’Ue investa maggiori risorse permettendo così a molti più giovani di poter viaggiare all’estero, imparare le lingue, condividere culture e valori differenti. Sì perché l’Erasmus non solo crea ragazzi con una migliore formazione e quindi con maggiori possibilità di trovare lavoro, ma soprattutto giovani europei. Che imparano ad amare le diversità, il valore del confronto, dell’accoglienza, del dialogo, della libertà. Che lottano per la difesa del progetto europeo e contro la sua disintegrazione cominciata con la Brexit. Una generazione che si scopre europea facendo propri i valori trasmessi dai padri fondatori. Il Progetto Erasmus è il miglior antidoto contro l’Europa dei muri, dei populismi, del terrorismo”.

Io appartengo a questa generazione– sottolinea Gozi- come è appartenuta Valeria Solesin. Entrambi giovani studenti alla Sorbona di Parigi con la stessa voglia di conosce l’Europa e di provare a cambiarla. E’ per lei e per tutti i giovani che verranno che dobbiamo investire nel Programma Erasmus. Perché significa investire nel futuro dell’Europa. Quest’anno festeggeremo i sessant’anni dei Trattati di Roma, punto di partenza ideale dell’Europa che vogliamo e che ha il suo punto di arrivo proprio nei giovani della generazione Erasmus: dai padri fondatori ai figli rifondatori”.


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