NEWS:

“No allo sfruttamento e no ai confini”, il 12 manifestazione a Roma

L'impianto della mobilitazione è quello di" smantellare un regime della mobilità che è funzionale al ricatto e allo sfruttamento di lavoratori immigrati"

Pubblicato:08-11-2016 16:07
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:16

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

striscione_no_sfruttamento

ROMA  – “No allo sfruttamento e no ai confini”. Il 12 Novembre si terrà a Roma un corteo nazionale che partendo da Piazza San Giovanni arriverà davanti al ministero dell’Interno. Una giornata di protesta nazionale che vede numerosi promotori- Comitato Lavoratori delle Campagne, Si Cobas, Blocchi Precari Metropolitani Roma, Slai Cobas, Clash City Workers, No Border e molti altri- e altre realtà.

“Il tema della mobilitazione è la richiesta di mobilità senza confini e senza sfruttamento” dice una delle attiviste del Comitato Lavoratori delle campagne, che è il soggetto promotore originario della mobilitazione.


“Questa mobilitazione nasce da un percorso di lotta dei lavoratori delle campagne nella provincia di Foggia che da più di un anno sono in mobilitazione”. La piattaforma rivendicativa della protesta ha vari punti: la regolarizzazione dei lavoratori immigrati nelle campagne, l’abolizione di tutti i tipi di campi di lavoro (come quello di Rosarno), l’accesso alla residenza per tutti, lo stop “alle deportazioni sia interne che internazionali, e libertà di circolazione”.

“L’impianto generale della mobilitazione è quello di smantellare un regime della mobilità che è sostanzialmente funzionale al ricatto e allo sfruttamento di lavoratori e lavoratrici immigrati; regime che passa attraverso leggi come la Bossi-Fini o il reato di clandestinità”, continua l’attivista del Comitato dei lavoratori delle campagne. Uno degli obiettivi è quello di avere un incontro con il ministro dell’Interno, ma dal ministero ancora non è arrivata nessuna notizia. Così alcuni promotori del corteo di sabato 12, oggi si sono riuniti a piazza dell’Esquilino con un grande striscione . Il sindacato Slai Cobas, presente al presidio dell’Esquilino con un rappresentante da Taranto, spiega: “È necessario dare una risposta che parta dagli immigrati auto-organizzati per cambiare la politica di questo governo. Si guardi per esempio ai centri d’accoglienza… Amnesty International ha documentato e denunciato violenze che accadono regolarmente. Questi luoghi si presentano come veri lager di stato. A tutto questo, come lo sfruttamento nelle campagne e dei facchini, tra gli altri, bisogna dire basta”. Il 12 ci saranno 6 pullman anche da Foggia e da Rosarno, per la prima volta i braccianti verranno a Roma per chiedere diritti e dignità.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it