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‘Una fiaba per le emozioni’, ecco il racconto della psicologa dell’Osa

Fiaba scritta e illustrata a mano da Alessandra Bianchi, psicologa dell'età evolutiva

Pubblicato:08-11-2016 15:03
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:16

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fabbrica_emozioni_osaROMA  – Una fiaba per spiegare le emozioni agli alunni con disabilità, favorire l’integrazione in classe, fornire stimoli.

Si chiama ‘La fabbrica delle emozioni’ ed è stata scritta e illustrata a mano da Alessandra Bianchi, psicologa dell’età evolutiva che lavora per Osa, la cooperativa di assistenza sociale, da oltre un anno in qualità di assistente specialistica scolastica a Ferentino.

“Io e la mia collega Stefania Straccamore lavoriamo nelle scuole con alunni con disabilità per favorire la loro integrazione nel gruppo classe- racconta Alessandra- e siamo sempre in equipe con l’insegnante di sostegno con la quale dobbiamo accordarci”.


Il ruolo dell’assistente è “vario perché ci si trova di fronte sempre a situazioni diverse, a disabilità lievi e gravi, a ritardi cognitivi o problemi fisici. Il mio compito è quello di lavorare sulle potenzialità del bambino che mi viene affidato in modo che aumentino le sue relazioni. In genere, questi bambini quando si confrontano con gli altri si rendono conto dei propri limiti, avvertono un disagio e subiscono un calo dell’autostima. Lavorando sulle loro potenzialità diventano più partecipi, attivi, più contenti di stare in classe”.

Il servizio di assistenza specialistica scolastica a Ferentino è stato affidato dal Comune a Osa nel 2015 e coinvolge le scuole di ogni ordine a esclusione delle superiori. Nello scorso anno scolastico Alessandra e Stefania hanno assistito 9 bambini affetti da diverse patologie. “Questo servizio- spiega Marcello Carbonaro, responsabile Divisione sociale Osa- è un servizio prezioso e di alta professionalità. Per questo motivo, anche in questo caso, incoraggio e supporto il lavoro degli operatori, mettendo a disposizione materiali e ausili utili al loro lavoro”.

Alessandra ha una notevole esperienza alle spalle. Da alcuni anni assiste un bambino che soffre di mutismo selettivo. Racconta che a scuola non parlava e, oggi, dopo un anno e mezzo di intenso lavoro, il suo alunno non fa altro che chiacchierare.

Ma “l’assistente non è l’insegnante di sostegno: deve anche saper giocare, interagire con quello che succede intorno e stare insieme con tutti i bambini per fare gruppo”. Per questo è nata l’idea del libro-fiaba, un lavoro di squadra in cui sono stati coinvolti gli insegnanti, i bambini e ovviamente Alessio. Tutta la storia gira intorno agli gnomi con il cappello rosso a punta che trovano le stoffe colorate nel bosco e in fabbrica le trasformano in emozioni, che poi volano nel cuore delle persone.

“L’ho scritta di getto- prosegue la psicologa- Invece i disegni li ho realizzati nei ritagli di tempo, alzandomi anche la mattina alle cinque. Come ho spiegato cosa sono le emozioni? Ho inventato delle piccole storie che potessero essere comprese facilmente. Ad esempio, per spiegare la paura di colore viola, ho detto ai bambini di immaginarsi soli soletti nel bosco, di notte, senza trovare la via di casa”. La lettura di questa fiaba ha creato importanti momenti di integrazione e di condivisione in cui tutti i bambini sono stati sullo stesso piano, quello della scoperta, e anche Alessio ha potuto imparare cose nuove stando in mezzo agli altri.

“Mi piacerebbe che questo quaderno- conclude Alessandra- fosse il primo di una collana ideata per agevolare la comunicazione con gli utenti con disabilità. Vorremmo far conoscere questo progetto al presidente Osa, Giuseppe Milanese, e consegnargli la fiaba. Da qualche tempo ho iniziato a scrivere un secondo racconto che ho intitolato ‘Il bambino che andò sulla luna’, dove il protagonista è un bambino autistico”. Perché “sono i bimbi stessi ad ispirarci, basta osservarli profondamente”.

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