NEWS:

Dai kiwi alla porchetta, i prodotti del Lazio nella dieta mediterranea

Chi l'ha detto che la porchetta di Ariccia o l'amatriciana siano vietate in una dieta? Basta bilanciarle con frutta e verdura

Pubblicato:08-10-2015 02:01
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:37

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – Chi l’ha detto che la porchetta di Ariccia o l’amatriciana siano vietate in una dieta? Basta bilanciarle con frutta e verdura, per esempio i kiwi di Latina o i finocchi di Tarquinia, e seguire uno stile di vita adeguato. Sì, perché il Lazio di prodotti tipici che possono rientrare nella dieta mediterranea ne ha molti, come dimostrano i menu portati a esempio dagli esperti nell’ambito del convegno che si è tenuto oggi all’Ara Pacis sulla ‘Tradizione della dieta mediterranea e i menu tradizionalmente bilanciati con i prodotti del paniere Lazio’. Una giornata promossa da Lazio Innova con il coordinamento scientifico del Crea-Nut e che rientra nelle attività del bando ‘Call4Innovators’ lanciato dalla Regione Lazio in occasione di Expo 2015.

LAZIO INNOVA PER EXPO – Quello dell’alimentazione è un “tema importantissimo- ha spiegato Carlotta Benvenuti, responsabile Expo per Lazio Innova- tra quelli che ci hanno accompagnato in questo semestre espositivo in cui abbiamo declinato il macrotema di Expo ‘Nutrire il pianeta. Energia per la vita’. Oggi i nostri scienziati sono a disposizione per fornirci tutte le informazioni utili per la nostra vita quotidiana e rispondere a tutti i nostri quesiti. Con loro, anche le nostre imprese che hanno risposto al bando della Regione Lazio Calls4Innovators, che ci ha consentito di trovare gli innovatori, e dunque tutte le eccellenze della regione. Infine, un importante complemento è il paniere Lazio Expo 2015 e la modalità con cui oggi gli esperti ci raccontano come l’uso dei prodotti tipici, come la porchetta di Ariccia, possa essere correttamente inserita all’interno di una sana alimentazione”.


DIETA MEDITERRANEA E PRODOTTI DEL LAZIO – Un racconto, quello degli esperti, che parte dalle origini ‘povere’ della dieta mediterranea, dalla sua evoluzione e dall’intreccio – ieri come oggi – tra alimentazione sana, educazione e ricchezza. “Quello che stiamo cercando di far capire alle persone- spiega all’agenzia Dire Laura Rossi, ricercatore dell’area scientifica Scienze applicate all’alimentazione del Centro di ricerca per gli alimenti e la nutrizione di Roma- è che la dieta mediterranea non è grammatura e proporzioni. Non sono numeri, ma uno stile di vita. Non c’è un alimento buono e uno cattivo, ma una dieta buona e una dieta cattiva. La dieta buona è quella che permette anche dei vizi, come la carbonara e la porchetta, che siano opportunamente bilanciati con altri alimenti che sono meno calorici e più salutari, ma soprattutto con uno stile di vita che sia adeguato. Se ci muoviamo e facciamo tanto esercizio fisico ci possiamo permettere anche la carbonara”. E siccome la dieta mediterranea “si caratterizza dal fatto che ha molti alimenti vegetali- aggiunge Rossi- il paniere del Lazio è particolarmente adeguato, perché ha una componente vegetale molto forte. La possibilità di poter combinare pochi alimenti di origine animale con tanti alimenti di origine vegetale è, infatti, la forza della dieta mediterranea”.

VEGETARIANI SÌ O NO? – Dieta vegetariana sì, dieta vegetariana no. Tra detrattori e sostenitori, il dibattito sul tema è da sempre accesissimo e coinvolge esperti, addetti ai lavori, medici, ma soprattutto chi segue uno o l’altro regime alimentare. Tant’è, la dieta onnivora e quella priva di carne (e non solo) sono al centro del focus proposto oggi da Lazio Innova che “affronta l’argomento non da tecnici del mestiere ma in modo estremamente coraggioso. Che una dieta a prevalenza vegetale sia protettiva per la salute e’ ampiamente dimostrato e forse e’ l’evidenza scientifica che è meno cambiata nel corso degli anni. Quello che vogliamo capire oggi- spiega Rossi- e’ se possiamo declinare il prevalentemente vegetale in esclusivamente vegetale. Decisamente, ci sono delle fasce di età e delle condizioni fisiologiche in cui si può anche arrivare ad avere un bilanciamento della dieta vegetariana, ma con molta pazienza e con molta conoscenza. Un bambino, una donna in allattamento o in gravidanza hanno fabbisogni nutrizionali molto particolari”. Allo stesso modo, però, “il consumo troppo elevato di carne fa male. Se mangiamo carne due volte a settimana non facciamo danni alla nostra salute, se mangiamo salumi tutti i giorni non va bene”. Insomma, vince il buonsenso? “Non solo- risponde Rossi- anche il diritto etico: se la scelta vegetariana è etica, può essere opinabile ma resta una scelta di diritto. Tenendo sempre presente, però, che bisogna conoscere un po’ di scienza dell’alimentazione per poter fare una dieta vegetariana bilanciata”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it