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In Emilia Romagna l’obbligo vaccinale incide, immunità al morbillo è al 90,7%

A sei mesi dall'approvazione della legge regionale che ha introdotto l'obbligo vaccinale per chi frequenta i nidi, la Regione registra i primi risultati positivi

Pubblicato:08-09-2017 16:02
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:40

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BOLOGNA – La ‘cura’ dell’obbligo funziona. A sei mesi dall’approvazione della legge regionale che ha introdotto l’obbligo vaccinale per chi frequenta i nidi, la Regione registra i primi risultati positivi: la copertura vaccinale cresce sia nel primo anno di vita che al termine dei 24 mesi. E l’incremento maggiore si riscontra per il vaccino contro il morbillo (somministrato assieme ad anti parotite-rosolia): la copertura in questo caso, da gennaio a giugno, è passata dall’87,2% al 90,7%.

I dati sono stati presentati questa mattina in occasione della giornata di studio “Chi ha paura dei vaccini?” organizzata da viale Aldo Moro per fare il punto della situazione.

Precisamente, per le vaccinazioni contro difterite-tetano-polio-epatite B l’aumento è di oltre un punto percentuale a distanza appunto di poco più di sei mesi dall’approvazione della legge regionale: la copertura, per i bimbi nati nel 2014, è passata dal 92,4% del 31 dicembre 2016 al 93,5% del 30 giugno 2017. Per i nati nel 2015, nello stesso periodo si è passati dal 95,8% di copertura al 96,6%.


Dati in crescita, quindi, ma comunque nella grande maggioranza dei casi al di sotto della soglia di sicurezza del 95%, fissata dall’Organizzazione mondiale della sanità, motivo che ha spinto la Regione a varare la legge sull’obbligo vaccinale, misura poi estesa a livello nazionale e anche per le scuole dell’obbligo.

I tecnici di viale Aldo Moro hanno verificato anche l’efficacia delle vaccinazioni per talune patologie. Per esempio quelle causate dal meningococco C nella fascia di età dagli zero ai quattro anni, con l’introduzione dei vaccini sono nettamente calate, praticamente scomparse da uno a quattro anni.

Anche le malattie invasive da pneumococco (nonostante il vaccino copra solo 13 ceppi) sono drasticamente diminuite. Cosa accade, però, se le coperture vaccinali calano, come nel caso nella pertosse? La copertura (ai 24 mesi di età), in questo caso, è passata in pochissimi anni, da una soglia di sicurezza superiore al 95% al 93,1% di fine 2016 (ma a giugno è risalita al 94,2%): l’incidenza ogni 100.000 abitanti in un anno è praticamente raddoppiata, passando da meno di tre casi a quasi sei.

Dal 2012 i casi di pertosse, considerando tutte le età, sono stati 150 all’anno. Nel 2012 sono stati 252. Il numero degli ammalati sotto l’anno di età è passato da pochi casi prima del 2012 ai 25 casi del 2015 e ai 32 del 2016. Tutti i bimbi colpiti sono stati ricoverati, alcuni in terapia intensiva. Una bimba di pochi mesi è morta nel 2015 a Bologna. Alla luce di questi numeri l’Emilia-Romagna ha adottato un nuovo calendario vaccinale anti-pertosse, proponendo l’immunizzazione anche alle donne in gravidanza dalla 32esima settimana.

In Emilia-Romagna nel 2016 sono state somministrate 1,4 milioni di dosi di vaccino con 418 reazioni avverse (lo 0,03%), nella quasi totalità dei casi di lieve entità (febbre, rossore, gonfiore, mal di testa). Le reazioni più gravi? Sei casi di convulsioni febbrili, tre reazioni allergiche non gravi e un caso di iporesponsività. Tutti risolti completamente.

Gli obiettori totali (nessun vaccino nel primo anno di vita dei bombi) nel 2015 erano il 4,1%, con punte a Riccione dell’11,6%.

di Vania Vorcelli, giornalista professionista

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