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Giovedì e venerdì a Roma con Papa Francesco gli esperti mondiali si confronteranno sui cambiamenti climatici

Per due giorni la città di Roma diventerà la Capitale mondiale del dibattito in corso sul clima: è in programma, infatti, il 10 e l’11 settembre nell’Istituto Patristico Augustinianum il meeting internazionale 'Giustizia ambientale e cambiamenti climatici - Verso Parigi 2015', promosso dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, con il patrocinio del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace e del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari, e in collaborazione con Poste Italiane

Pubblicato:08-09-2015 16:01
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:32

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meeting papa1ROMA – Per due giorni la città di Roma diventerà la Capitale mondiale del dibattito in corso sul clima: è in programma, infatti, il 10 e l’11 settembre nell’Istituto Patristico Augustinianum il meeting internazionale ‘Giustizia ambientale e cambiamenti climatici – Verso Parigi 2015’, promosso dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, con il patrocinio del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace e del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari, e in collaborazione con Poste Italiane. L’evento, è stato presentato oggi nel corso di una conferenza stampa nella sede di Radio Vaticana, dove erano presenti l’amministratore delegato di Poste italiane, Francesco Caio, che ha presentato la Strategia green della società, il presidente della Fondazione dello Sviluppo sostenibile, Edo Ronchi e il sottosegretario del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari, Padre Augusto Chendi.

Al meeting internazionale prenderanno parte alcuni dei più importanti esperti mondiali del settore come Achim Steiner (Direttore Esecutivo UNEP), Nicholas Stern (Presidente Grantham Research Institute), Jeffrey Sachs (Direttore Earth Institute – Columbia University), Ismail A. R. Elgizouli (Acting Chair IPCC) e Gian Luca Galletti (Ministro dell’Ambiente). I lavori si concluderanno l’11 settembre con l’Udienza di Papa Francesco dedicata al tema della crisi climatica.

“La crisi climatica- spiega Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile- può ancora essere vinta, a patto che si superi la sindrome del ‘passo del gambero’, una gara a chi resta più indietro, pensando di poter sfruttare i benefici della riduzione delle emissioni di gas serra, realizzate però da altri. La questione dell’equità nella distribuzione dello sforzo necessario per contrastare i cambiamenti climatici sarà al centro del negoziato di Parigi. Tale equità potrà essere perseguita su un percorso che porti tutti a convergere verso un medesimo livello sostenibile di emissioni pro-capite, compatibile con il non superamento dei 2 gradi. Servono quindi target coerenti, legalmente vincolanti e periodicamente verificabili”.


Questo percorso “dovrebbe essere supportato con alcune misure chiave: il divieto di costruzione di nuove centrali a carbone, almeno per i paesi a più alte emissioni pro-capite, e di nuove perforazioni petrolifere in zone ecologicamente delicate; l’eliminazione entro il 2020 dei sussidi ai combustibili fossili (510 miliardi di $ nel 2014) e l’introduzione di una carbon tax; il rafforzamento delle politiche e misure di risparmio energetico in tutti i settori; la promozione dello sviluppo delle fonti rinnovabili, spingendo almeno i paesi principali emettitori ad assumere target specifici al 2030; l’intervento sulla mobilità e i trasporti, riducendo la crescita della domanda di mobilità veicolare privata e puntando su modalità di trasporto più sostenibili”.

Padre Augusto Chendi, sottosegretario del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari, menzionando l’Enciclica di Papa Francesco Laudato Si’ ricorda come “i cambiamenti climatici abbiano maggiore incidenza proprio sui Paesi più poveri, evidenziando la necessità di educare a un’alleanza tra umanità e ambiente”.

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