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Calabria, Pd nel caos: Magorno e Oliverio tra rimpasti e congresso regionale

REGGIO CALABRIA - Neanche la presenza in

Pubblicato:08-08-2017 12:50
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:36

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REGGIO CALABRIA – Neanche la presenza in Calabria di Matteo Renzi, qualche settimana fa a Diamante (CS), ha placato le divisioni all’interno del Pd regionale, rese ancor più evidenti dalla decisione di rinviare a settembre le due sedute del Consiglio regionale, previsto per oggi e domani. Sul banco degli imputati resta ancora l’attuale segretario regionale dem, Ernesto Magorno, sempre più isolato e pare destinato a cedere la guida del partito calabrese al prossimo congresso.

Nel partito comunque serpeggia ormai da molti mesi un forte malumore sulla mancata incisività dell’attuale giunta regionale dei “tecnici” voluta dal governatore dem Mario Oliverio a seguito di un’inchiesta giudiziaria ancora in corso. E’ toccato al capogruppo Pd in Consiglio regionale, Seby Romeo, il compito di chiedere il rinvio dei due Consigli che faranno slittare l’assise a metà settembre, l’11 e il 12. Una decisione che prova a gettare un po’ di acqua in un clima infuocato che ha ormai logorato ogni tipo di intesa, sia all’interno del Pd, ma anche nei partiti riconducibili al governatore Oliverio (Dp e Oliverio Presidente) e ad altre esperienze del centrosinistra.


Sostanzialmente si chiede che la politica e i propri rappresentanti diretti rientrino all’interno della giunta regionale. Obiettivo: cercare di recuperare terreno in vista della seconda parte della legislatura, determinante per una eventuale riconferma. Su questo punto pendono le posizioni dell’attuale assessore regionale alla logistica, Francesco Russo, designato ma ancora non nominato alla guida della nuova autorità portuale di Gioia Tauro, suo antico “pallino”.

In bilico anche Federica Roccisano assessore al Welfare in quota Pd, molto vicina all’attuale capogruppo Seby Romeo, ma ritenuta poco adatta per fronteggiare le numerose emergenze calabresi.

Nello scacchiere politico della giunta c’è poi da colmare la casella dell’assessorato all’Ambiente, restato vacante dopo le dimissioni di Carmen Barbalace, tornata nei ranghi dirigenziali della Regione. Oliverio, a fronte della sua ultratrentennale esperienza politica, non vorrebbe cedere sulle proprie decisioni, compresa quella di riconfermare in blocco l’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale e le presidenze delle Commissioni. Un’ipotesi ritenuta ormai tramontata da un’ampia “fronda” di consiglieri regionali di centrosinistra.

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