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Viaggio del Ricordo: secondo giorno. Le testimonianze degli esuli

Gli studenti delle scuole romane, nei luoghi dell’esodo giuliano dalmata e delle foibe. Tappe del giorno, Rovigno e Fiume

Pubblicato:28-04-2015 10:09
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:17

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FIUME (Croazia) , 28 apr. – Secondo giorno di testimonianze dirette nel ‘viaggio del Ricordo’ degli studenti delle scuole romane, nei luoghi dell’esodo giuliano dalmata e delle foibe. A raccontare ai ragazzi la propria storia di esule e la propria propria odissea è Eugenia Sponza, costretta nel 1951 ad abbandonare la sua casa a Rovigno, nella Istria croata. A 16 anni, insieme alla sua famiglia, Eugenia migrò prima verso Udine, poi nella provincia di Arezzo e, infine, a Roma dove per circa due anni visse in un centro per accoglienza dei profughi, a Centocelle. Qui conobbe il suo attuale marito, Elio Menegotti, ench’egli esule ma di Fiume. La signora Sponza, con l’assessore capitolino alla Scuola, Paolo Masini, e con i ragazzi dei 21 istituti superiori romani, ha quindi fatto visita alla sua ex scuola di Rovigno – oggi liceo italiano – e al centro Multimediale della piccola cittadina balneare. All’incontro a cui hanno preso parte tra gli altri, anche, la vicepresidente della Regione istriana, Viviana Benussi e Marino Budrich, vicesindaco di Rovigno, di origini italiane, a testimonianza del radicamento della comunità italiana di cui Budrich è anche presidente.

“La storia è oggi- ha detto Eugenia durante la sua testimonianza al centro multimediale- bisogna salvarla con la memoria via di chi l’ha vissuta. Non finiremo mai di parlare della nostra terra e della nostra storia, perchè anche questa fa parte della storia d’Italia”. “Dopo il ’44- ha aggiunto- arrivarono anni di grande confusione per noi istriani, l’inizio di un lungo e doloroso calvario perchè Istria non era più la nostra patria. Partimmo con solo una valigia in un giorno triste di novembre. Non ho mai accettato di essere un’esule, non mi ci sento, sono figlia di Rovigno, della nostra terra e ai miei genitori posso dire con dignità: ‘sono italiana’”.

esuli_dalmazia_istria_masiniLa ‘carovana’ del ‘viaggio del Ricordo’, organizzato dall’assessorato alla Scuola di Roma, ha fatto quindi tappa nel pomeriggio a Fiume. Qui gli studenti, dopo un passaggio al liceo italiano – dove hanno ascoltato le parole di Elio Menegotti -, hanno fatto visita alla comunità italiana insieme all’assessore Masini. “Nel campo profughi di Centocelle- ha raccontato Menegotti- ho trovato lavoro in una fabbrica di tessili. A Centocelle ho conosciuto mia moglie, con cui mi sono sposato nel ’59, è da 56 anni che stiamo insieme”.


A Fiume, sottolinea, “ci sono tornato una volta sola, appena sposato. Oggi, dopo oltre 50 anni, ci torno di nuovo. A differenza di mia moglie, che ha mantenuto contatti con la sua città e con gli amici, per me è morto tutto. Non avevo parenti e, quindi, ora non ho nessun legame”. Infine, l’appello: “Dovrebbe esserci più memoria, dovremmo essere gelosi della memoria, ricordare nel tempo la gente che ha sofferto”. “Roma ha un legame indissolubile con le testimonianze che stiamo ascoltando in questo viaggio- ha detto Masini- La nostra città ha avuto nel secondo dopoguerra un ruolo fondamentale nell’accoglienza delle popolazioni italiane dell’Istria e della Dalmazia. L’attenzione di Roma prosegue, nel presente, con la Casa del Ricordo, che abbiamo inaugurato lo scorso febbraio insieme all’assessore Marinelli e al presidente della Regione Zingaretti. La Casa ospita incontri, convegni e un importante centro di documentazione contribuendo tutti i giorni a diffondere cultura e conoscenza sulla storia e sulle storie di questo esodo”.

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