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VIDEO | Fiera Roma, Piccinetti: “In crescita, ora anche Campidoglio ci sostenga”

"Tre anni positivi, ma per fare salto servono investimenti e finanziamenti"

Pubblicato:08-06-2019 12:24
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:23

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ROMA – Quando è arrivato in via Portuense, la sfida era risanare una situazione drammatica. Dopo tre anni a guidare la Fiera di Roma, una delle realtà economiche più complesse della Capitale, Pietro Piccinetti, amministratore unico e direttore generale, traccia un bilancio positivo e, intervistato dall’agenzia Dire, si dà un 8.

‘Non solo a me- dice- ma a tutta la squadra’. E se il peggio sembra essere passato, il futuro è pieno di progetti nuovi ideati dal suo team, anche se resta l’incertezza legata alla mancata vendita della ex Fiera sulla Cristoforo Colombo. ‘La soluzione è vicina e Roma continuerà ad avere una Fiera con tutti i suoi padiglioni’, risponde il manager. 


– È arrivato in via Portuense tre anni fa, quando la struttura aveva portato i libri in Tribunale per un concordato preventivo. Piena crisi e tre anni in risalita, dunque. Come vanno adesso le cose e se dovesse darsi un voto, quanto si darebbe per questi primi tre anni?

‘Innanzitutto, devo ringraziare tutti i miei collaboratori, perché abbiamo passato molte difficoltà, compresi dei licenziamenti. Il voto? Mi do un 8, ma non solo a me: a tutta la mia squadra. Nel 2016 avevamo un calendario inesistente, non c’era nessun evento. Da allora, abbiamo sviluppato tantissimi progetti nuovi e abbiamo riorganizzato la Fiera anche nelle sue strutture organizzative. E’ stato un lavoro importante e duro di cui adesso iniziamo a vedere i risultati, anche se le fiere sono una cosa lunga e difficile, la bontà di un progetto si capisce soltanto dopo tre anni. Dunque, noi siamo ancora dei neonati, ma se il buongiorno si vede dal mattino, la situazione è buona e lo dicono i numeri: lo scorso anno abbiamo avuto due milioni di visitatori’.

– Anche dal punto di vista dei conti?

‘Anche i conti lasciano ben sperare. Siamo veramente soddisfatti’.

– Si è appena conclusa Exco, la Fiera dedicata alla cooperazione. Com’è andata questa prima edizione?

‘E’ stato un successo. Abbiamo avuto l’idea di creare a Roma un progetto unico e irripetibile, che solo questa città può avere. Pochi sanno che Roma è la terza città al mondo per numero di sedi Onu, è uno dei Paesi più importanti a livello di cooperazione ed è il primo partner europeo per l’Africa. Dunque, solo Roma poteva realizzare Exco. L’appuntamento per il 2020 è già definito: dal 13 al 15 maggio ci sarà la seconda edizione di Exco e faremo anche delle tappe intermedie in Africa. E’ stato un enorme successo, grazie anche alle istituzioni con cui c’è stato un grandissimo gioco di squadra. E quando l’Italia gioca in squadra vince’.

– Per quanto riguarda le prospettive future, invece? Tra le Fiere in programma ci sono delle new entry?

‘La cosa più difficile è ideare e sviluppare una manifestazione. Vuol dire tanto lavoro e tanto investimento, non solamente economico. E noi di Fiera di finanziamenti non ne abbiamo avuti, da quando ci sono io non abbiamo avuto un euro di finanziamento. La prossima grande novità ‘made in Fiera Roma’ sarà New space economy european expoforum, la cui prima edizione si terrà dal 10 al 12 dicembre. Per sei mesi ho fatto la corte a Roberto Battiston per incontrarlo, poi mi ha ricevuto e ha amato subito l’idea. Abbiamo stretto una collaborazione con l’Asi, l’Agenzia spaziale italiana, e anche con la Space Foundation, leader mondiale su questo tema’.

– Non un euro di finanziamenti, dunque, in questi tre anni?

‘Bisogna dire la verità: Camera di commercio e Regione Lazio hanno fatto fronte con fondi importanti, la prima stanziando 10 milioni di euro, la seconda tre. Tuttavia, questi soldi non sono arrivati a Fiera, ma sono andati alla procedura per pagare il concordato. Perciò, noi nelle nostre casse non abbiamo ricevuto nulla. Però i soci hanno investito per far sopravvivere la Fiera, bisogna dare loro il merito di aver creduto in questo grande progetto, perché Roma non può non avere una fiera’. 

Tuttavia, il Comune di Roma, terzo socio di Investimenti spa, la società che controlla la Fiera, non ha rifinanziato il progetto. ‘Il Comune di Roma credo che si sia ricreduto. Lo stesso assessore Cafarotti è vicino a noi, ci supporta e spero che partecipi anche in maniera concreta, perché a noi in questo momento servono risorse per sviluppare idee e andare avanti. Abbiamo dimostrato che da soli ce la possiamo fare, adesso bisogna fare il grande salto e consolidamento che si ottiene solamente con degli investimenti e dei finanziamenti. Roma non può non avere una fiera, perché le fiere sono un volano importantissimo: ogni euro che fatturiamo noi, diventano 10 sul territorio. Si tratta di soldi che vanno ai tassisti, agli albergatori, ai ristoranti, ai negozi e a tutto quello che c’è in città. La fiere vanno gestite professionalmente, onestamente, con competenza e professionalità, avendo un obiettivo condiviso’.

– Parliamo del Convention bureau. Una novità per la Capitale nata dopo anni di tentativi. Adesso, finalmente, il turismo congressuale e fieristico ha la sua cabina di regia e segna anche dei successi per la città, come l’appuntamento annuale dell’Ufi, il meeting mondiale proprio del settore fieristico che per il 2020 ha scelto Roma

‘Spero che Roma sappia approfittare di quel momento. Roma e anche l’Italia, perché dal 4 al 6 febbraio 2020 ospiteremo il Summit dell’Ufi, la più grande organizzazione mondiale di eventi, congressi e fiere. Nella Capitale arriveranno 130 decision maker di un settore che genera oltre 160 miliardi di Pil nel mondo e dà lavoro a oltre 3 milioni e duecentomila persone. Questi signori verranno qui e spero che Roma possa dimostrare di essere attrezzata a ospitare grandi eventi, perché quello fieristico e congressuale è il turismo più ricco. Credo che il Convention bureau si stia dando molto da fare. Tutti vogliono venire a Roma, adesso dobbiamo convincere tutti a venire non solo a mangiare a bere e a comprare la moda migliore, ma anche a fare fiere e congressi’.

– A proposito di turismo, l’assessore capitolino Carlo Cafarotti in queste ore ha avviato il percorso per la stesura del Piano strategico del Turismo romano. Lei era tra gli attori chiamati a collaborare. Che cosa ne pensa e che cosa proporrà agli altri stakeholder?

Quella di Cafarotti è una bellissima iniziativa perché mette insieme tutti gli operatori del settore. Una bella mossa per sviluppare una strada comune, perché il punto è che pubblico e privato, piccoli e grandi, stiano insieme per definire una strada comune. Chiederò di lavorare insieme con progetti condivisi. Come ha fatto Milano, la cui Fiera è la più importante d’Italia e una delle più importanti a livello mondiale, con il Salone del mobile e il suo Fuori salone. è stata una vittoria di tutta la città, non solo della fiera, perché non si vince da soli. Per questo mi auguro di avere sempre più vicino il Comune di Roma la città di Roma’.

– Tra le richieste che lei ha sempre avanzato a chi di dovere, quella dei collegamenti adeguati per arrivare in Fiera. A che punto siamo?

‘Questo purtroppo è un dato negativo. Non si è mosso molto: la fermata è rimasta fermata, non c’è stazione, non c’è stato il raddoppio del ponte, è rimasto un solo ascensore per disabili a chiamata. Ho avuto la rassicurazione che a breve qualcosa migliorerà, ma certo i collegamenti non sono buoni e da Termini ancora non ci sono. Per questo abbiamo deciso di farceli da soli e proprio in questi giorni è partita la linea Fiera Roma, una linea bus che partirà dalla Stazione Termini, si fermerà a Fiera Roma ingresso Nord, ingresso Est, Fiumicino aeroporto e Fiumicino città. E adesso abbiamo anche noi un collegamento diretto da Termini, in attesa del treno’.

– Infine, il nodo dei debiti che ha la Fiera legati alla mancata vendita del vecchio polo fieristico sulla Cristoforo Colombo. Come stanno le cose? Che succederà? Quanti padiglioni della nuova Fiera dovrete vendere?

‘Di queste cose non parlo perché non dipendono da me, ma dalla mia controllante, che è Investimenti Spa. Quello che posso dire è che vedo un orizzonte assolutamente positivo e sono sicuro che prima o poi, anzi più prima che poi, si raggiungerà un accordo positivo per Fiera Roma e, dunque, anche per gli azionisti che hanno creduto in Fiera, in primis la Camera di commercio e la Regione. Roma deve avere la sua fiera con tutti i suoi padiglioni. Questo è il mio augurio a cui non posso aggiungere altro’.

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