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Salone libro, arriva la locandina: “Qui editore antifascista”

L'iniziativa lanciata dalla casa editrice Alegre per prendere posizione contro la presenza, al Salone, dell'editore Altaforte, vicino a Casapound

Pubblicato:08-05-2019 17:15
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:26
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TORINO – Una locandina con la scritta ‘Qui c’è un editore antifascista‘ per “essere presenti al Salone del libro di Torino in modo nettamente e ‘visibilmente’ antifascista”. Questa l’iniziativa lanciata dalla casa editrice Alegre, che pubblica anche la rivista ‘Jacobin Italia’, assieme all’editore Eleuthera per prendere posizione contro la presenza, al Salone, dell’editore Altaforte, vicino a Casapound.

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La locandina, fanno sapere da Alegre, sarà esposta dalle due case editrici nello stand che condividono e sarà “resa anche disponibile per i visitatori”. E i promotori dell’iniziativa spiegano che “chiederanno di affiggerla a tutti gli altri espositori del Salone”.

In una nota, la casa editrice ricorda che “il direttore editoriale di Altaforte, Francesco Polacchi, era in prima linea nel pestaggio degli studenti a Piazza Navona nel 2008“, motivo per cui “il vero dibattito non è tra andare o non andare a Torino, ma tra ammettere la presenza di fascisti picchiatori alla fiera del libro o difendere l’antifascismo”.

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Contro Polacchi, tra l’altro, il sindaco di Torino, Chiara Appendino, e il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, hanno presentato un esposto alla Procura torinese per apologia di fascismo. Esposto partito dopo le dichiarazioni rilasciate dal rappresentante di Altaforte, e coordinatore lombardo di Casapound, che in un’intervista si è dichiarato fascista, definendo Benito Mussolini “il miglior statista italiano” e affermando che “l’antifascismo è il vero male di questo Paese”.

E nel confermare la loro presenza al Salone del libro, scrivendo che “ci saremo come si sta in un campo di battaglia“, Alegre ed Eleuthera colgono l’occasione per “continuare a chiedere al Salone di Torino di togliere lo stand ad Altaforte”, anche alla luce dell’esposto presentato da Appendino e Chiamparino.

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