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RECENSIONE NO SPOILER | Red Joan, storia di una spia non convenzionale

Con Judi Dench, ispirato alla storia vera di Melita Stedman Norwood. Il film arriverà al cinema il 9 maggio

Pubblicato:08-05-2019 15:34
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:26

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ROMA – Il premio Oscar Judi Dench torna al cinema con “Red Joan”, per vestire i panni di una ‘tranquilla’ pensionata inglese, la cui quotidianità viene bruscamente sconvolta dagli agenti dell’intelligence inglese. Nel 2000, in un giorno come tanti, l’anziana signora, vede arrivare nel giardino di casa sua l’MI5, che l’accusa di spionaggio e alto tradimento ai danni della Corona. L’anziana Joan Stanley, protagonista della pellicola, avrebbe infatti consegnato, durante e subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, segreti militari all’Unione Sovietica.

Il film, diretto da Trevor Nunn, ripercorre attraverso flashback gli anni universitari di Joan (interpretata nella versione giovanile da Sophie Cookson) partendo da quando nel 1938 a Cambridge, incontra l’affascinante Leo Galich (Tom Hughes), giovane studente ebreo militante nel Partito Comunista, e se ne innamora. La visione della vita del ragazzo apre alla studentessa di fisica un po’ ingenua prospettive nuove che, anni dopo, la porteranno a valutare la possibilità di tradire il suo Paese. Assunta in una struttura di ricerca top secret, che sta progettando il primo ordigno nucleare, Joan si troverà a dover scegliere da che parte stare.


RED JOAN, RECENSIONE

Tratto dal libro “La ragazza del Kgb” di Jennie Rooney, “Red Joan” è ispirato alla storia vera di Melita Stedman Norwood, detta anche la “nonna spia”. La parola spia in questo caso risulta però alquanto inappropriata: Joan infatti non è spinta ad “aiutare la causa comunista” da motivazioni ideologiche, né, come potrebbe sembrare in un primo momento, dal legame sentimentale con l’avvenente militante Leo. A muovere le sue scelte è un dilemma morale su una possibile guerra nucleare: è giusto che solo un Paese detenga conoscenze che potrebbero distruggere l’intera umanità? O forse, affinché non si crei uno squilibrio tra le potenze mondiali, è necessaria una condivisione?

E’ questo forse uno dei pochi elementi interessanti del film, che ci racconta la storia di una spia non convenzionale, oltre a far riflettere  lo spettatore su come la scelta di una singolo individuo possa condizionare la vita dell’intero globo. Altro elemento interessante è l’accento che “Red Joan” pone sulla questione femminile, mostrando come proprio i pregiudizi verso il gentil sesso abbiano permesso alla studentessa di Cambridge di trafugare informazioni top secret senza destare sospetti. Per il resto il  film, dalla sceneggiatura molto romanzata e che poggia su un impianto registico piuttosto classico e per nulla originale, non convince, nonostante la presenza della sempre brava Judi Dench.

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